La giunta regionale ha appena licenziato il bilancio di previsione 2026 che dovrà essere approvato dal Consiglio nei prossimi giorni. Diciamo subito che non è stata una grande fatica visto che la maggior parte delle poste sono vincolate.  La manovra complessivamente è di 7,4 miliardi . Di questi il ​​61% (4,4 miliardi) sono destinati alla sanità. Anche sul resto c'è poco spazio di manovra: ci sono le rimesse che lo Stato chiede alle Regioni a cui la Calabria aggiunge 13 milioni che paghiamo alle compagnie aeree per i diritti di imbarco passeggeri. Insomma leggendo fra le pieghe del bilancio la somma “libera” che la Regione devolve al finanziamento di leggi regionali è di 63mila euro. Spiccioli, insomma. Per cui il mantra anche quest'anno dei consiglieri regionali sarà la parolalina magica “invarianza finanziaria”. Difficile trovare fondi per finanziare leggi decisive per lo sviluppo della regione. Eventuali leve si debbono trovare nei fondi europei che però presentano vincoli anche lì molto rigidi.

Alla luce di tutto ciò si capisce davvero molto poco tutto questo accapigliarsi per le commissioni che sta andando in scena in questi giorni, con la maggioranza che addirittura vorrebbe aumentare i componenti da sei a nove (evidentemente il centrodestra è particolarmente legato a questo numero magico). Ma cosa dovrebbero fare queste commissioni vista la rigidità di bilancio?

Al termine della scorsa legislatura ci siamo divertiti a prendere in esame le leggi approvate dal consiglio regionale. La cosa che più risaltava agli occhi è stata l'istituzione di una miriade di parchi e riserve naturali, alcune limitate anche ad un solo Comune o poco più (Laghi La Vota di Gizzeria, Sant'Andrea Apostolo dello Jonio, valle del Coriglianeto, del Vergari, della foce del fiume Mesima, Secca di Amendolara). Ancora “Riconoscimento del concorso Internazionale dei Madonnari “Città di Taurianova”. la legge del 3 ottobre 2023, n° 45 che intende promuovere il benessere degli animali d'affezione. O ancora 31 luglio 2023, n. 30 “Riconoscimento delle Palestre della salute” . La legge oltre a riconoscere le palestre come luoghi indispensabili per esercitare il diritto alla salute istituisce un registro telematico delle palestre della salute e una serie di criteri per chi desidera ottenere l'ambito titolo. Altra ossessione dell'aula è stata anche la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Fra le tante leggi che “valorizzano” troviamo infatti “La castanicoltura di Fagnano Castello, di Sant'Agata d'Esaro, di San Donato di Ninea e di Casali del Manco quale patrimonio culturale regionale”, “tutela e la valorizzazione della transumanza e dei tratturi quale patrimonio culturale della Regione Calabria”.

Solo qualche esempio di una serie di leggi a costo zero e, temiamo, anche ad effetto identico sulle sorti della Calabria. Al punto che potremmo spingerci al paradosso di dire cosa li eleggiamo a fare trenta consiglieri regionali.

Un paradosso ovviamente perché ovunque la situazione è identica. Anche a livello di Governo centrale è stata approvata forse la manovra più povera della storia repubblicana. Anche lì i parlamentari hanno la possibilità di finanziare le leggi oa invarianza zero o fare debito cosa che le Regioni non possono fare.

C'è un però. Ovvero che qualcosa si potrebbe racimolare agendo sulle spese correnti e in particolare sui costi della politica. Basti vedere i privilegi di cui godono i nostri consiglieri regionali, per tornare all'esempio delle commissioni e delle strutture assegnate ai presidenti, e confrontarli con quelli del Veneto o delle Marche. La differenza di rimborso è notevole.

Ma vogliamo fare un esempio pratico ovvero l'Ufficio di Presidenza del consiglio regionale: ai calabresi costa ben 760mila euro l'anno.

Un discorso a parte merita la nostra burocrazia. Il Segretario Generale percepisce una retribuzione annua che lo colloca vicino al tetto massimo stabilito dalla normativa nazionale di 240.000 euro. Accanto a lui, il Direttore Generale percepisce gli stessi importi tabellari e di posizione. Seguono dirigenti di area, settori in interim, responsabili della protezione dati, della prevenzione della corruzione, della transizione digitale: figure che oscillano tra 62.713,62 euro e 77.782,07 euro di posizione, con retribuzione di risultato tra 37.307,92 e 42.261,26 euro. Insomma una burocrazia che paghiamo cospicuamente per svolgere ordinaria amministrazione.

Insomma fra costi del personale, spese di funzionamento del consiglio regionale, strutture speciali e altri di voci, in generale, a cui dare una piccola sforbiciata per avere un po' di fondi da destinare a leggi innovative ci sarebbero. Altrimenti avremo un'altra legislatura che si dedicherà a tratturi e Madonnari.