Le interviste di LaC

Cannizzaro cerca di spegnere l’incendio nel centrodestra: «Normale dialettica, ma Fi rimane centrale»

Per il deputato reggino «la coalizione rimane compatta e coesa» ma avverte: «Forza Italia, grazie alla leadership di Berlusconi, si conferma decisiva per il futuro governo e gli equilibri della maggioranza. Giorgia Meloni ne deve tenere conto». Sulla Calabria: «Bisogna mettere mano a tutto, non solo la Sanità» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Claudio Labate
15 ottobre 2022
18:09
Fi, Francesco Cannizzaro
Fi, Francesco Cannizzaro

«L’incidente tecnico-politico ci sta, fa parte di una fisiologica, normale dialettica interna alla coalizione. Ma ritengo sia già abbondantemente superato». Mentre non si affievoliscono le polemiche sulla due giorni parlamentare che ha portato sugli scranni più alti di Palazzo Madama e di Montecitorio, rispettivamente Ignazio La Russa (FdI) e Lorenzo Fontana (Lega), il forzista Francesco Cannizzaro, rieletto deputato alla Camera, prova a gettare acqua sul fuoco. È chiaro che quanto successo durante la votazione al Senato, in conseguenza del niet di Giorgia Meloni rispetto ai desiderata di Silvio Berlusconi che avrebbe voluto anche imporre la Ronzulli tra i ministri del nuovo governo, avrà, e in realtà già li sta avendo, degli strascichi. 

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Cambiano i rapporti tra gli alleati di centrodestra? Forza Italia ne esce ridimensionata? Questa sembra essere la domanda ricorrente a cui tutti rispondono facendo intendere che giovedì scorso si è assistito al tramonto di un’epoca a trazione azzurra. Ma non per Cannizzaro.
«Non cambia l’assetto della compagine di centrodestra, che rimane compatta e coesa e quindi pronta a governare il Paese in maniera unitaria. Forza Italia è e rimane centrale negli equilibri di unità della coalizione tutta».

Giorgia Meloni è nel pieno delle trattative per il suo governo ed ormai sta chiudendo il cerchio. A cosa aspira ora Forza Italia, e quale apporto può dare all’esecutivo?
«Giorgia Meloni, inevitabilmente, dovrà tenere conto della qualità anche della classe dirigente di Forza Italia che, grazie alla leadership di Silvio Berlusconi, oggi si conferma centrale nel futuro governo e negli equilibri della maggioranza parlamentare, per storia, valori e rapporti che può vantare con l’Europa».

Quante speranze ci sono che un calabrese entri nell’esecutivo? Si sente in corsa per qualche incarico?
«Non è momento di pensare ad incarichi o cose simili. Le trattative le fanno i leader. A me personalmente interessa il mio territorio e le risposte da dare alla mia gente, da deputato, a prescindere da incarichi e ruoli di partito».

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Da un’elezione all’altra

Rieletto nel collegio uninominale 05 di Reggio Calabria, Cannizzaro, che tra gli azzurri è anche Responsabile nazionale per il Sud, chiusa la parentesi delle politiche si è rituffato nelle atmosfere elettorali puntando un altro obiettivo: il Comune di Reggio Calabria. Lavorare per Reggio e per la Calabria rimane il suo obiettivo dichiarato, considerato che le priorità di ieri sono le stesse di oggi per una Regione che deve migliorare le sue performance praticamente in tutti gli ambiti.

Cannizzaro, Lei non si ferma mai. Neanche il tempo di festeggiare la rielezione a Montecitorio che si è cimentato in una nuova avventura lanciando la sfida al Pd e alle forze che governano la città di Reggio con toni forti e decisi insieme al Presidente Occhiuto. Ci dobbiamo aspettare una campagna elettorale permanente e infuocata?
«Non è questione di campagna elettorale. È semplicemente che Reggio Calabria ha bisogno di una classe dirigente e politica all’altezza, che non è quella attuale. Ma le cose non cambiano da sole, dobbiamo batterci per cambiarle. Lo dobbiamo, e lo devono fare tutti i reggini che hanno veramente a cuore le sorti della città e della provincia. Non è una questione di centrodestra contro sinistra o di Forza Italia contro Pd. Le battaglie, o le sfide, come le ha chiamate lei, non devono essere personalizzate. Io mi batto in maniera permanente ed infuocata - usando le sue stesse parole - per migliorare le condizioni di vivibilità del mio territorio, che ad oggi sono praticamente sotto lo zero».

Forza Italia in Calabria ha raddoppiato la media nazionale, ma non è più il primo partito, visto l’exploit del M5S, come nel 2018. E comunque rimane dietro Fratelli d’Italia. Per un partito moderato come Forza Italia qual è il segnale che viene dal territorio?
«Non è il primo partito nella matematica, ma è come se lo fosse, per merito. Poiché la Calabria è la prima regione d’Italia a registrare una percentuale bulgara per Forza Italia, raddoppiando addirittura il dato nazionale, segnale importante questo anche sul piano nazionale e sintomo che in Calabria c’è un voto di credibilità associato a Forza Italia, figlio e frutto di un consenso che arriva grazie alla buona azione di governo messa in campo dalla classe dirigente di partito. E il risultato assume valore ancora maggiore se lo paragoniamo con tutte le altre regioni, nella maggior parte delle quali è andato anche sotto la metà del dato nazionale.

Per quanto concerne gli altri, beh, Fratelli d’Italia è stato trainante per tutta la coalizione e viaggia col vento in poppa, come ci si aspettava sin dall’avvio della campagna elettorale; i cinque stelle sono un fenomeno che regge anche e soprattutto per il reddito di cittadinanza, che ovviamente ha influito non poco sul voto. Ma in ogni caso, noi guardiamo in casa nostra, e siamo soddisfattissimi».

A proposito di risposte da dare agli elettori, da anni ormai le emergenze della Calabria sono sempre le stesse. Sanità, infrastrutture, trasporti: da dove si deve ripartire, considerando anche l’uniformità del colore tra governo regionale e nazionale, che avete spesso ostentato?
«In realtà abbiamo bisogno di ripartire da tutto. È difficile darsi una priorità fra questi settori, tutti strategici. La Sanità è senza dubbio il pallino, ma non certo l’unico, di Roberto Occhiuto, tant’è che ha voluto fortemente avocare a sé l’incarico di commissario. E di fatto sulla sanità stiamo già dando prova di un netto cambio di passo con lo straordinario lavoro di rivoluzione messo in atto proprio dal Presidente della Regione, con scelte forti, coraggiose, dimostrando grande capacità.
L’azione di Occhiuto va supportata, ovviamente, anche attraverso norme e misure nazionali che possono arrivare – per esempio - dall’attività parlamentare. È un comparto molto delicato, su cui nessuno ci ha mai messo mai veramente testa. E ci vuole tempo, parecchio. Vale lo stesso per le infrastrutture e i trasporti, temi strettamente interconnessi. Qualche risposta importante già l’abbiamo data e la stiamo dando con gli importanti emendamenti su aeroporto e porto di Reggio, con i tanti progetti approvati per le strade di provincia. Abbiamo tante idee da portare avanti per Città e Area metropolitana. E tutto sarà agevolato, stavolta, dall’avere un governo amico e in linea sul piano politico con la Regione».

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