Il leader M5s in piazza per spingere il candidato del campo largo: «Il centrodestra è partito in vantaggio ma le nostre proposte sono serie e concrete, contiamo di farcela»
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«Io vi parlo molto francamente. Occhiuto con una furbata, contro la democrazia, sta chiedendo un plebiscito, perché è andato evidentemente in difficoltà rispetto all'inchiesta in corso. Ha capito che la cosa si è messa molto male e ha giocato d’anticipo, quindi con un vantaggio competitivo».
Giuseppe Conte è reduce dall’ennesima visita ad un ospedale della provincia di Reggio Calabria. Arrivava da Melito Porto Salvo destinazione Piazza Duomo, location scelta dalla coalizione di centrosinistra per la chiusura reggina della campagna elettorale di Pasquale Tridico. La serata è fredda, la piazza, grande, ha faticato a riempirsi. Poco distante dalla Cattedrale è in corso una manifestazione pro Palestina e solo dopo, e alla spicciolata, gli “attivisti” guadagnano la piazza. Conte da parte sua non fa mistero delle difficoltà di una campagna elettorale breve ma intensa.
«Noi stiamo facendo una rincorsa è inutile girarci intorno. Una rincorsa sull'onda di un voto popolare. Confidiamo ovviamente sino all'ultimo di poterla spuntare e poterla vincere questa corsa. E' chiaro che lui pensa di essere partito in una posizione di vantaggio perché sennò non chiedeva il voto dei cittadini in modo così anticipato».
Una rincorsa che comunque potrebbe anche non servire rispetto ad una nuova elezione per Occhiuto che rimarrebbe sub iudice, di fatto, non risolvendo i problemi messi in campo per la ricandidatura.
«Certo – ha aggiunto il leader pentastellato - l'inchiesta terminerà a dicembre, e quindi sapremo se ci sarà un rinvio a giudizio o no. Lui non ci ha voluto dire ancora quali sono gli elementi concreti che gli sono stati contestati. Tra l'altro non è molto corretto per un amministratore pubblico non dichiarare in modo trasparente le contestazioni che gli sono state fatte durante l'interrogatorio. C'è un principio di responsabilità e di etica pubblica che lui non ha rispettato».
Conte ripete il concetto - «con queste grandi furbizie adesso chiede un plebiscito al buio ai cittadini, da presidente uscente ha una posizione di vantaggio» - ma poi rilancia: «pensava di ritrovarci impreparati, ma non lo siamo affatto stati. Non solo qui c'è un candidato, Pasquale Tridico, una persona competente, una persona seria, ma in poco tempo è stata messa su anche una coalizione vastissima come mai nel recente passato, con misure concrete, precise, a tutela della comunità calabrese, dei giovani che ormai van via e che fissano fuori la loro residenza». «Infrastrutture, tantissime misure, penso ai poli tecnologici, per cercare di creare un tessuto, una spirale virtuosa tra università, centri di ricerca, tutela delle imprese e crescita del sistema produttivo. Di questo ha bisogno la Calabria – ha concluso - non di assistenzialismo, o di clientelismo».
Con un abbraccio Conte lascia il palco al candidato Presidente che poco prima incalzato dai giornalisti è tornato sul post social del dimissionario Occhiuto che ha mostrato di avere già pronta l’agenda di lavoro, a partire da giorno 7.
«Doveva fare quest'agenda quattro anni fa – ha detto Tridico - mi sembrava il libro dei desideri, è qualcosa di incredibile. Si è accorto che fino adesso non aveva fatto campagna elettorale. Ha detto ai cittadini io sono bravo e quindi votatemi, con la solita arroganza. Invece doveva spiegare perché si è dimesso, i motivi personali che l'hanno portato alle dimissioni, ricandidandosi. Ha dato soltanto uno schiaffo alla magistratura, e noi non accettiamo questa presa in giro dei calabresi, questa agenda dei desideri, questa arroganza».