Francesco De Cicco infiamma il dibattito sulle ultime proposte inserite all’ordine del giorno del Consiglio regionale della Calabria, in programma giovedì, che modificheranno in maniera significativa l’architettura istituzionale della Regione. Da un lato l’allargamento della giunta, che porterà il numero degli assessori da sette a nove; dall’altro la reintroduzione dei sottosegretari regionali, figure abolite nel 2010 e ora pronte a rientrare nell’organizzazione politico-amministrativa calabrese.

A contestare con forza l’impianto delle nuove misure è il capogruppo di Democratici Progressisti, che denuncia l’impatto economico di tali scelte e la loro scarsa utilità per i cittadini. Le sue parole aggiungono un tassello al confronto politico e rimbalzano con insistenza nel dibattito pubblico sulla Regione Calabria. «I due assessori costeranno ai calabresi, con strutture annesse, 3.355.167,20 euro per i cinque anni – afferma De Cicco – a questi vanno aggiunti più di 25mila euro a testa di buonuscita, oltre al costo dei due sottosegretari. La legge dice che tutto ciò non dovrebbe gravare sulle spese esistenti, ma come si fa?».

Il consigliere entra poi nel merito delle priorità mancate: «Mi chiedo perché non abbiamo pagato il fitto casa per il quale la Regione deve ancora corrispondere l’annualità del 2023. Perché non abbiamo attivato fondi per i Comuni o non abbiamo investito nelle condotte martoriate, garantendo cisterne o bonus agli enti locali».

Secondo De Cicco, quei tre milioni e mezzo di euro avrebbero potuto essere impiegati per affrontare emergenze reali: «Si potevano realizzare pozzi per combattere la siccità o destinare le risorse alla stabilizzazione dei Tis, i Tirocinanti di Inclusione Sociale. Invece – conclude - si preferiscono due inutili assessori in più soltanto per un accordo politico tra partiti, a discapito dei cittadini».