Intervista con il sottosegretario al lavoro e vicesegretario federale del Carroccio: «Se il Ponte non si farà ho promesso che farò lo Stretto a nuoto, ma non sono un grande nuotatore». E sulle comunali evoca l’ex governatore e dice: «Lavoreremo in collegialità per il sindaco»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
La Lega si prepara a chiudere la campagna elettorale per le regionali in grande stile. Lo fa in piazza De Nava schierando in un colpo solo i vertici del partito a testimonianza anche della grande aspettativa che il Carroccio ha di fare risultato in Calabria e a Reggio.
Proprio per questo sul palco interverranno il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, insieme al sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e all’europarlamentare Roberto Vannacci, entrambi anche vicesegretari federali del partito.
«È sinonimo che vogliamo, in qualche modo, bene a questa città. Credo che le tante iniziative che abbiamo messo in campo come governo, ma anche come Ministero capeggiato dal vicepremier Salvini, siano importanti. Quindi ci teniamo molto al risultato di Reggio Calabria perché ci dà forza nel continuare a progettare quella che è una visione diversa del sud, della Calabria, della Sicilia, che sia davvero il ponte che in qualche modo porti all'Europa».
Così il sottosegretario Durigon, diventato ormai un habitué a queste latitudini, negli studi del reggino.it a pochi minuti dal comizio finale della Lega. La linea di partenza è l’8% delle consultazioni.
«Io sono uno scaramantico, quindi è difficilmente che mi estrapolate qualche cifra su questo. Sicuramente credo che la squadra è forte e può dare grandissime risposte al territorio e credo che sarà una bella sorpresa secondo me vederci essere forza trainante di questo centrodestra. E dà una forza anche in più a noi nel governo, per spiegare a qualche scettico come invece è importante investire in Calabria. Se penso a tutti gli investimenti che abbiamo messo in Calabria credo che oggettivamente - non dico che questo sia un tornaconto di quello che abbiamo fatto - sia più linfa da dare a noi».
In molti dicono che alla fine è stato proprio Durigon quello che ha messo lo zampino in tutte le liste, in tutte le circoscrizioni, e che per questo comunque è venuto fuori una squadra abbastanza forte. Il vicesegretario in qualche modo si ridimensiona.
«Io credo invece che Mancuso è un elemento fondamentale. Noi ci presentiamo con cinque consiglieri regionali uscenti, quindi sono tutti quanti partecipi di questa squadra, ma come lo sono i parlamentari. Parlo della Loizzo, Furgiuele, Minasi. La Lega è ben presente, e forte, oggettivamente. Abbiamo ampliato secondo me la nostra visione di programma e di intenti a tanti altri elementi. Se penso al dottor Sarica, per esempio sempre qui a Reggio, ma se penso anche alle tante donne che abbiamo messo in campo, alla Capponi, che è l’assessore uscente, alla Stanganelli, alla Demetrio, insomma persone che hanno voglia di fare. Poi c'è anche il ragazzo che non è più ragazzo perché ha 40 anni, Armando Neri, che è consigliere comunale in gambissima, c’è Gelardi che era il capogruppo. Insomma è una lista forte, vivace. L'unica cosa che posso dirvi è che questa è una squadra che non cambierà dopo le elezioni perché sarà tutta una squadra impegnata per dare le risposte a questa Calabria».
State dicendo ai calabresi di aver già stanziati oltre 50 milioni di euro a favore delle province calabresi per interventi sulla sicurezza viaria, a conferma dell’impegno concreto del Governo e della Lega per lo sviluppo del territorio
«Dico quello che è mancato sempre negli anni al sud, in generale, e quindi alla Calabria in sé. Abbiamo vissuto le stagioni dei fondi a pioggia, che si davano per un sostentamento che era giusto anche dare, però la verità è che non si è mai investito in una strategia in qualche modo che rilanciasse l'economia al sud e l'unica strategia vera che doveva essere fatta per il sud è l'investimento sulle infrastrutture. Non su una infrastruttura, ma su tutte le infrastrutture che abbiamo. Io penso anche, finalmente, ai soldi veri. Ci hanno raccontato per anni che la Statale 106 doveva essere in qualche modo un'opera fondamentale, ma mai è stata finanziata. Oggi invece il Cipess l'ha finanziata, siamo pronti per partire, c'è il commissario, stiamo già vedendo, è stato bello in queste giornate anche parlare con le comunità, con i sindaci per capire gli svincoli, i progetti che si potrebbero mettere in campo. Quindi questo fa capire che c'è un'evoluzione importante. E poi l'alta velocità. È impensabile che una regione come la Calabria sia isolata dall'alta velocità, che arriva fino a Salerno, e finalmente invece anche lì i 34 miliardi che sono previsti come investimento sono una linfa proprio di visione diversa della futura Calabria. C'è in Calabria tanta possibilità di fare formazione, università, mancava oggettivamente l'offerta del lavoro e credo che l'economia dell'offerta del lavoro possa ampliarsi soltanto con una grande infrastruttura che noi stiamo mettendo in campo, che poi secondo me con l'opera primaria che si chiama il Ponte, sbaglia chi in qualche modo la possa criticare, perchè può essere davvero un rilancio vero, perché l'Italia ha bisogno di un Sud che corra quanto il Nord».
Sottosegretario, uno dei capisaldi della Lega in Calabria è stato sempre quello secondo cui i giovani debbano restare in Calabria, cioè la vera forza della Calabria può essere che la sua gente rimanga a lavorare in loco, ecco un po' il suo tema questo…
«Io credo che il ponte sia una grande struttura, ma tutte le opere annesse e connesse al ponte faranno sì che il lavoro rimanga in Calabria. Ti dico l'ultima perché mi sto appassionando a questa cosa, è stato bello sentire tante volte quando andiamo nei vari cantieri, anche al nord, perché si stanno aprendo i trafori, sentire tante persone calabresi che dicono non vediamo l'ora che c'è il ponte per tornare a lavorare in Calabria».
E questo sarebbe insomma un po' quello che ci si aspetta sul territorio, di fronte alla paura che invece quella del Ponte sia l’ennesima opera che si ferma…
«Posso garantire che non si ferma. È vero che la Corte dei Conti ha fatto delle eccezioni, ma sono eccezioni economiche e burocratiche: i soldi sono stanziati, sono messi a regime, se siamo pronti con la prima pietra, con Webuild già pronta a fare questa attività, è questione soltanto di tecnicismo burocratico perché chiedono altre informazioni e si danno, ma non c'è un obbligo di non poterlo fare. Insomma per la prima volta siamo a un passo dall’iniziare.
Ma cos’è, anche in questo caso scaramanzia?
«Qua non ce l'ho, qua non ce l'ho, dico pure che scherzando quando abbiamo votato la prima volta il ponte ho partecipato a una trasmissione nazionale che (9:53) si chiama “Un giorno da pecora”, e mi hanno detto che succede se non si fa il ponte? Siccome mi sto già dimagrendo, ho detto che me lo farò a nuoto. Quindi sono convinto che si fa e non sono un nuotatore per farti capire».
Lei avverte che, a queste latitudini, ci sia la necessità ancora di certificare che la Lega sia un partito nazionale?
«Ma no, assolutamente no, la Lega è un partito nazionale a tutti gli effetti. Io sono un laziale, per me poteva essere un altro partito, ma la scelta del partito insomma è che io personalmente faccio parte di un partito nazionale. Se me l’avesse detto nel 2016 quando ho scelto di intraprendere questa carriera politica, come ha detto mia moglie all'epoca, “ma tu sei fuori di testa”…, quindi la verità è che sono fiero di far parte, di contribuire con il lavoro, questo è un tema che io ci metto sempre tutta la mia passione sul lavoro e dare risposte al territorio. La Lega a differenza degli altri partiti è un partito del territorio ed è per i territori, non contro un altro territorio, quindi questo per me è fondamentale, ma io già ho preso questo incarico da prima degli europei, se penso a quello che abbiamo fatto alle europee qui in Calabria è stato un 9%, se penso a quello che è stato fatto in Sicilia, è stato 7,5%, significa che siamo radicati, che c'è una grande struttura forte, ma l'impressione che vogliamo dare ancora di più è aumentare questa percentuale perché credo che avere forze e gambe danno forze e gambe anche al progetto Calabria-Sicilia per l'Italia intera».
Avete sposato il progetto di Occhiuto e l'avete sostenuto anche appunto come diceva lei, con 5 consiglieri regionali, assessorati, presidenza del consiglio, insomma la partita di Occhiuto è una partita in discesa?
«Devo dire che ho fatto questa campagna in Calabria con molta presenza, in tutti e tre i collegi dal sud al nord al centro, e non delle tre province come ha detto Tridico, e devo dire la verità, io sento proprio una voglia forte. È vero che questa è una competizione dove non esiste il voto disgiunto, quindi le liste tireranno molto forti su Occhiuto, ma ho sentito anche gente che era contenta di ciò che stavamo portando avanti per la Calabria, con Occhiuto appunto a parlare di questa sua voglia di rimettersi in gioco, perché stavamo in un impasse in qualche modo burocratico all'interno della Regione».
La narrazione che ci è stata consegnata è che lei è stato uno dei primi a cui Occhiuto ha comunicato la sua decisione…
«Io sono stato il primo, perché io sono una persona leale e penso che la lealtà in politica è una situazione che secondo me è importante, e quando Occhiuto è venuto a rappresentarmi, chiacchierando due o tre volte di questa sua volontà di poter in qualche modo ricompetere, parlando naturalmente con il nostro leader che è Matteo Salvini, l’ho convinto che era la cosa giusta perché non si poteva aspettare un anno di blocco per cose che non erano oggettivamente plausibili. Quindi noi abbiamo bisogno di una Calabria che corre insieme a noi, che corre insieme al governo, non potevamo tenerla bloccata, quindi è vero che era un mese particolare perché era la fine di luglio, agosto, campagna elettorale, tutto quello che c'era, però ho fatto subito questa cosa e siamo andati avanti su questo».
«La Lega – ha aggiunto Durigon - ha dimostrato per l’ennesima volta di essere leale e saremo però, questo lo dico, nella realtà saremo sicuramente un organo vigilante in questo Consiglio regionale, affinché le cose vengano fatte per bene e in fase di collegialità. Ho apprezzato un'intervista che ha fatto un po' di giorni fa su “la verità” dove diceva che questa volta sarà un po' più collegiale. È la richiesta che noi abbiamo fatto».
Fra 48 ore si vota per le regionali, ma fra sei mesi si vota al Comune. Lei ha parlato giustamente del candidato Sarica, ma non si può non parlare di Scopelliti, in proiezione comunale…
«Allora, io intanto penso che, comunque sia, ogni scelta deve essere collegiale, anche questa sul futuro Sindaco. Noi vogliamo riprenderci il Comune di Reggio perché è impensabile che il Comune di Reggio sia in mano a Falcomatà, e di una sinistra che ha fatto un degrado totale e ha avuto anche una impasse totale, a differenza del coraggio in alcuni ambienti: non si sta per forza su una poltrona, la rimetti in gioco come ha fatto Occhiuto, Falcomatà invece ha tenuto una poltrona, li ferma e secondo me ha fatto del male alla città».
«Oggi – ha aggiunto ancora - credo che il Centrodestra può dare delle risposte vere, importanti a quello che è questa città e la Lega vuole essere protagonista, ma una protagonista collegiale. Peppe è una persona che conosco da anni, vi devo dire la verità, credo che sia un grande oratore, un grande personaggio, quindi credo che a volte si impara anche da questi personaggi che si mettono in gioco. Quindi se merito ce l'ho, in questa campagna elettorale, è quello di aver dato voce a una voce che oggettivamente meritava di averla».
Che piazza si aspetta questa sera?
«Sono curioso, in base alla piazza farò dichiarazioni… perché se la piazza è quella che mi aspetto sarà una piazza calda che si merita rispetto».