L’ex storica compagna del fondatore di Fi ed ex premier a ruota libera sul futuro del partito (ma senza citare Occhiuto). Critiche per la calabrese Marta Fascina: «Non mi pare che il suo lavoro in Parlamento rispetti i principi del Cavaliere»
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Francesca Pascale, ex storica compagna di Silvio Berlusconi, parla senza filtri del presente di Forza Italia, della sua esperienza privata e della vita dopo il leader di FI. Intervistata da Elvira Serra per il Corriere della Sera, Pascale rivela che non esiste un erede di Berlusconi all’interno del partito. «Mi piacerebbe tantissimo Mario Draghi, ma ha altre ambizioni. Tajani è inadeguato e dovrebbe solo dimettersi. Più di tutto, mi piacerebbe che Marina e Pier Silvio entrassero a gamba tesa nel partito e rimettessero mano allo statuto, per resettare e ripartire con i congressi», afferma con chiarezza. Tanto per chiarire, visti i chiari di luna calabresi: il consiglio a Tajani non è un endorsement per Roberto Occhiuto, che non viene neppure nominato.
Pur non immaginando una discesa in campo nazionale, Pascale non rinuncia alla politica. «Mi piacerebbe candidarmi per la segreteria toscana. Ma io non ho mai smesso di fare politica. La faccio andando al Pride, alle manifestazioni, dicendo cosa penso». L’ex compagna di Berlusconi sottolinea il legame profondo con Marina: «Perché è da sempre un mio riferimento, in virtù anche di un sentimento indelebile e del rapporto che è nato quando stavo con il padre. Pur vivendo vite differenti in città diverse, so che quando cerco un confronto, lei c’è».
Il racconto si fa intenso quando Pascale ricorda il momento della morte di Berlusconi. Avvisata da un’autrice di Otto e Mezzo e successivamente dal professor Zangrillo, descrive l’angoscia e il dolore di quei giorni: «Subito dopo mi chiamò il professor Zangrillo. Ricordo solo di essere scoppiata a piangere e aver messo giù. Ero talmente sconvolta che chiamai le mie sorelle: un dolore così forte lo avevo provato solo per nostra madre. Ma allora, 28 gennaio 2007, avevo chiamato Berlusconi: erano le tre e mezzo del mattino. Lui pronunciò parole piene di cura: mi sentii aggrappata a qualcosa di solido». Al funerale, Pascale ricorda di essere stata tra gli ultimi posti, «tra gli ultimi amici di Silvio Berlusconi», e aggiunge come il loro rapporto non sia mai finito realmente: «La verità è che tra di noi non è mal finita, non ci siamo mai realmente separati».
Riguardo a Marta Fascina, ultima compagna dell’ex premier, Pascale è critica: «Berlusconi era un uomo discreto, a parte quando doveva esibire la sua goliardia… Mi spiace solo vedere come certi principi in politica, che era la sua vita, siano stati traditi. Lui mi diceva sempre: si deve essere i primi a entrare e gli ultimi a uscire onorando il mandato degli elettori. Ecco, non mi pare che la parlamentare Marta Fascina li rispetti». Sulle questioni più leggere, come il “borsa gate” con Daniela Santanchè, Pascale racconta con ironia: «Mai più, e le sue Kelly farlocche le ho regalate. Me ne è rimasta una, vera, che avevo comprato io. Non mi è dispiaciuto troppo che fossero taroccate, ma aver provato imbarazzo quando mi hanno chiamata dal negozio. Pensavo tra una napoletana e una cuneese a chi crederanno».


