Nel dibattito sul futuro dell’agricoltura calabrese, la filiera dei viticoltori e quindi della produzione di vino di qualità irrompe sempre più da protagonista. Parola di Gianluca Gallo. L’assessore regionale, reduce da un mandato che ha segnato il rilancio di diversi comparti strategici, guarda al vino come la prova più concreta della crescita agricola della regione, facendone la sintesi più limpida di un percorso che intreccia qualità, identità e continuità generazionale.

«La nostra è una nicchia che cresce, anche quando l’Europa taglia i filari». Per Gallo il settore vitivinicolo calabrese non è un episodio isolato, bensì la prova di un modello in controtendenza. «Si parla di milioni di bottiglie, che possono sembrare poche in un contesto generale che vede una riduzione dei vitigni per le difficoltà che attraversano il settore vitivinicolo europeo. E allora? Noi invece siamo in crescita, lo siamo fortemente anche come reputazione».

Dietro la crescita dei numeri, però, l’assessore legge soprattutto un’evoluzione culturale. Il vino, dice, è diventato il linguaggio con cui la Calabria si racconta in modo più vero. Un racconto che trascende il semplice prodotto agricolo e che mette al centro della scena persone, famiglie e territori che hanno scelto la via della qualità. «Il settore vitivinicolo ha avuto l’ambizione della qualità in questi anni, gestendo bene il passaggio generazionale da padri a figli, da nonni a nipoti».

Un dato che, per Gallo, non va considerato solo economico ma identitario. «Vogliamo puntare fortemente su questo settore, perché manifestazioni e progetti legati al vino sono fondamentali per raccontare la Calabria in maniera diversa». La regione, spiega, ha trovato nel comparto vitivinicolo uno dei simboli più coerenti della propria evoluzione: piccoli numeri ma grandi risultati, frutto di una strategia che ha unito sostegno alle aziende, promozione dei territori e investimenti nella ricerca.

Proprio la ricerca è al centro di un progetto che Gallo considera decisivo: la collaborazione scientifica con il professor Attilio Scienza, tra i più autorevoli estimatori e conoscitori del vino a livello nazionale, già avviata per ricostruire la storia dei vitigni identitari calabresi. «Vogliamo che ogni calabrese sia consapevole e fiero della superiorità che la nostra regione esprime in termini di biodiversità». Un messaggio che unisce orgoglio, conoscenza e prospettiva politica.

Gallo parla in prospettiva futura, nonostante questi siano giorni frenetici che accompagnano la politica calabrese in vista della nomina da parte di Occhiuto della nuova giunta. E proprio sulla sua paventata riconferma, l’assessore mantiene toni istituzionali: «Su questo deciderà il Presidente, per cui lasciamo libero il Presidente di decidere se confermarmi o meno. In ogni caso, se dovessi essere chiamato nuovamente al ruolo di assessore, proseguiremo su questo percorso».