Il Governo non rimanda le elezioni e Spirlì attacca: «Codardi». Ma la data l’ha decisa lui

Il presidente facente funzioni non risparmia critiche a Palazzo Chigi. Ma a fissare il ritorno alle urne il 14 febbraio era stato proprio lui, dietro le pressioni del centrodestra che vuole votare il prima possibile. Tucci (5s): «La smetta di fare giochi politici, la responsabilità è sua»

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di Redazione
30 dicembre 2020
21:52
Nino Spirlì
Nino Spirlì

«Per l’ennesima, vergognosa volta, il Governo 5s-Pd-Leu-Iv decide di non decidere sulla pelle dei calabresi». È quanto afferma il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, dopo aver appreso telefonicamente dal sottosegretario Fraccaro che il Consiglio dei ministri di oggi non ha inserito all’ordine del giorno, e quindi non ha discusso, il punto relativo alle prossime elezioni regionali in Calabria.

Il presidente f.f. a testa bassa

«Dopo la ridicola mazurca di inutilizzabili commissari ad acta; dopo le mancate dimissioni da parte del presidente grillino della commissione Antimafia, che offende gli eroici caduti; dopo la finta disponibilità nei confronti di questa regione, che sta dimostrando di riuscire non solo a sopravvivere, ma a guadagnarsi le prime posizioni in Italia, in Europa e nel mondo per capacità organizzativa; nonostante la Calabria sia orfana di Stato; il Governo – continua Spirlì – smentisce se stesso e cancella il parere del Cts nazionale, confermando come buona la forbice temporale decisa a novembre per le prossime elezioni regionali calabresi».


Il presidente facente funzioni, dunque, attacca a testa bassa, ma la data delle elezioni l'aveva decisa proprio lui, firmando il relativo decreto regionale il 30 novembre scorso. Ma tant'è, Spirlì sembra averlo dimenticato.

«Chi decide di non decidere, codardamente decide: il 14 di febbraio è, dunque – osserva il presidente della Regione –, una data che, anche per il Governo nazionale, non farà correre pericoli a chi dovrà esercitare il proprio diritto di voto. Dopo aver costantemente bussato alla porta del presidente della Regione Calabria, con presunto spirito collaborativo, e dopo aver caricato a pallettoni la stampa di regime – che attaccava me e la maggioranza di governo in Calabria, additandoci come sterminatori di calabresi – i ministri targati Pd, M5s, Leu e Iv hanno deciso che in Calabria l’aria è buona, il virus è morto e a San Valentino si apriranno scatole di cioccolatini e urne elettorali».

«Adesso – conclude Spirlì –, si dovranno giustificare agli occhi dei propri elettori e sostenitori, dato che la maggioranza alla quale appartengo sapeva già con chi aveva a che fare. Si sono stanati e cacciati da soli. Da oggi in poi, non consentiremo a nessuno di dare lezioni di politica e buon senso».

Tucci (M5s) lo inchioda

«La competenza è della Regione, la si smetta di fare giochi politici e si rinviino le elezioni per tutelare la salute dei calabresi». È quanto afferma il deputato 5s Riccardo Tucci. «La finestra di voto contenuta nel Decreto Calabria - prosegue - dava la possibilità alla Regione di fissare la data delle elezioni anche a metà aprile, perchè si è deciso per metà febbraio? Chi ha scelto una data che restringe i margini di democrazia sia dei candidati che non potranno fare una adeguata campagna elettorale che degli elettori che non andranno a votare per non mettere a rischio la propria salute. Non è per nulla remota, difatti, la possibilità che votare il 14 febbraio possa alimentare il già vasto astensionismo calabrese. Spirlì si assuma la propria responsabilità davanti ai calabresi».

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