«Il porto di Paola si farà». L’assessore Gabriele Fiorito non ha dubbi: «Presto, molto presto, sarà ufficializzato il finanziamento di 20 milioni di euro da parte della Regione Calabria».

In realtà il finanziamento pubblico approvato dal Cipe era stato già proposto nel corso della amministrazione Politano, «ma è andato letteralmente perso perché non sono stati compiuti i giusti atti nei giusti tempi – precisa Fiorito, così come già nella campagna elettorale dello scorso maggio aveva denunciato e spiegato – nonostante esistessero le dovute autorizzazioni».

Ora l’impegno «è stato assunto sia dal Governo che dalla Presidenza della Regione Calabria uscente, anzi mi sento di dire – proclama enfaticamente l’assessore con delega al Porto – che sarà il primo atto amministrativo che effettuerà la eletta amministrazione regionale».

Ed una volta consacrata l’elargizione del finanziamento di 20 milioni si dovrà procedere alla «ricerca» del partner privato. «Si procederà con asta pubblica alla individuazione della parte privata che concorrerà alla realizzazione della importantissima opera pubblica con una partecipazione di circa 50 milioni di euro».

Sicuramente l’iter burocratico, le pastoie del sistema ma soprattutto i ritardi accumulati comporteranno ancora qualche anno di attesa prima che il Tirreno paolano possa veder sorgere e soprattutto vedere realizzata la struttura portuale di cui si parla ormai da decenni.

In effetti, quella del Porto di Paola sembra una storia infinita: iniziata negli anni ’70 con la costruzione del «pontile», rimasto ormai solo nei ricordi dei più anziani ed in qualche foto in bianco e nero del tempo. In pochi ormai ricordano che il piccolo pontile che si affacciava in mare aperto, proprio in direzione dei Ponti della Marina, era anche dotato di una potente luce ben presto finita nel mare, così come il resto della struttura, eccetto qualche colonna o parti di queste rimaste a far da trampolino per i più giovani.

Negli anni a seguire l’argomento Porto è rimasto unicamente nei programmi e nei proclami elettorali ed amministrativi delle varie giunte che si sono succedute con diverse colorazioni.

Fino ai primi anni ’90, quando la prima amministrazione Bruno Ganeri sembrava aver buttato le basi di un progetto molto ambizioso ma presentato come realizzabile nei programmi e negli impegni economici. L’area individuata era quella del vecchio deposito delle Ferrovie fino alla piccola insenatura del laghetto: in sintesi sarebbe stato interessato all’area portuale tutto il lungomare sud di Paola. Lì sarebbe dovuta sorgere un’area multi-attrezzata, compresi settori commerciali e prettamente turistici.

Si immaginava anche il numero dei posti barca ed il progetto sembrava concretizzarsi in un consiglio di amministrazione operativo. I fondi previsti avrebbero attinto al pubblico ed al privato, con un partner imprenditore anche individuato. Ma il tutto rimase sulla carta, e sull’acqua.

Si succedettero le parti politiche alla guida della città e, con queste, anche consigli di amministrazione e ipotetici partner privati. Periodicamente si è anche proceduto a recinzioni e delimitazioni indicative di cantieri che non sono mai stati aperti. Intanto la struttura venne anche battezzata ed il Porto di San Francesco sembrava pronto ad essere cantierizzato.

Fino a quando, in maniera anche plateale, il pubblico annunciò la possibilità reale di procedere alla realizzazione della struttura. Un mega, e gigante, assegno di 20 milioni di euro era pronto per la città di Paola che voleva il suo porto.

Il tempo delle vicende politiche non fu clemente con l’amministrazione di allora, guidata dal sindaco Roberto Perrotta, ed il ribaltone del voto passò la «patata bollente» alla giunta Politano. Il resto è storia recente: l’incredibile trascorrere del tempo ha fatto sì che il finanziamento «andasse perduto».

L’ultima puntata è attualità: la giunta Perrotta ha ripreso in mano la vicenda e l’assessore Fiorito non teme smentite: «Il porto si farà».

In attesa che la nebbia si diradi sul Porto San Francesco di Paola.