Bevacqua (Pd), Tavernise (M5s) e Lo Schiavo (Avs) vogliono chiedere un parere all’avvocatura alla Prefettura di Catanzaro e al ministero dell’Interno sull’interpretazione dello Statuto regionale. Per il notaio vibonese siamo ormai nella Repubblica delle banane: «Sono stati violati tutti i principi democratici»
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«C’è un abusivo in Cittadella che si fa beffa delle leggi e dei calabresi che ancora non hanno capito da cosa scappa». Le opposizioni di Palazzo Campanella (assente Ferdinando Laghi) non vogliono lasciare nulla al caso. D’altra parte l’ultimo video del presidente dimissionario Roberto Occhiuto lo immortala ancora al lavoro nella sua stanza, come se nulla fosse successo.
«Continua a svolgere il ruolo da Presidente e non può farlo – incalza il dem Mimmo Bevacqua - per i principi che sono già affermati e per la giurisprudenza già consolidata, e questi sono gli elementi che ci fanno dire che abbiamo un abusivo oggi alla Cittadella, e lo invitiamo a rivedere la sua posizione, tanto che noi scriveremo all'Avvocatura dello Stato, al Perfetto della città Capoluogo e al Ministero dell'Interno per chiedere un parere su quanto da noi denunciato».
La questione potrebbe apparire semplice ma viaggia lungo il sottile confine delle interpretazioni, politiche ma anche di comodo. Il capogruppo del Partito democratico prova a riassumere i termini della questione ricordando che «c'è una sentenza della Corte Costituzionale che nel 2011 dichiara in maniera netta, precisa e chiara che il presidente Occhiuto in un momento in cui si dimette decade della propria funzione, perché la propria funzione è elettiva e quindi un mandato politico che viene meno nel momento in cui si dimette. C'è una sentenza del Tar della Calabria del 2014 che fu avanzata da alcuni cittadini calabresi nel momento delle dimissioni di Scopelliti che dichiarò anche in maniera netta questo principio, quindi riteniamo che il Presidente Occhiuto dovrebbe essere più rispettoso delle regole, delle norme esistenti, della giurisprudenza consolidata, poi le sentenze vanno interpretate certamente, però sono sentenze chiare, nette, che parlano chiaramente».
La goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno è stata l’ennesima comunicazione social di Occhiuto in cui lo stesso dichiara che rimarrà in carica fino al nuovo ingresso in base all'articolo 33 comma 7 dello Statuto regionale. «Noi riteniamo invece che ci sia un abusivo alla Cittadella – ribadisce Bevacqua - perché non si può leggere il comma 7 dell’articolo 33 scollegato dal resto dei commi, ma soprattutto in coerenza con i principi costituzionali già sanciti dalla Corte e con la giustizia consolidata».
Insomma, non è possibile che un Presidente dimissionario continui a fare dei video, dei post dalla Cittadella come se nulla fosse successo, è il ragionamento dei capigruppo Bevacqua, Tavernise (M5s) e Lo Schiavo (Misto). «È una cosa grave, lui si è dimesso da Presidente della Regione, non è più in carica, e deve avere rispetto anche dell'opposizione, della politica calabrese che oggi scende in campo per fare una battaglia, perché le regole democratiche vanno rispettate, la neutralità amministrativa va rispettata, e invece oggi vengono meno, dopo l'arroganza che abbiamo subito con le dimissioni senza averne contezza e ragioni, oggi assistiamo anche a questo atteggiamento irriguardoso verso i calabresi e verso i ruoli che svolgiamo in questa nostra regione».
Lo Schiavo: «Violati tutti i principi democratici»
Di «violazione delle basilari regole istituzionali» ha parlato Lo Schiavo, secondo cui «prima dei destini personali di ciascuno di noi vengono le istituzioni e prima delle istituzioni vengono le regole e prima delle regole ancora viene il rispetto che bisogna dare al popolo calabrese e quando ci si rimette con i social direttamente al popolo, ai consumatori di social o una entità generica saltando i filtri istituzionali, non solo non si stanno rispettando le prerogative del Consiglio regionale, anche dei suoi stessi consiglieri che non erano assolutamente informati della vicenda, ma si trasforma davvero la Calabria in una Repubblica sudamericana delle banane dove si pensa che c'è il Tribunale del Popolo che può giudicare su tutto al di là di quelli che sono i contrappesi istituzionali delle regole».
Il notaio vibonese si appella ai “principi democratici” per lui palesemente violati: «Pensate davvero che una campagna elettorale in agosto con liste presentate - secondo qualcuno i primi di settembre - consente la partecipazione, consente la presentazione di liste che magari non sono rappresentate da sigla in Parlamento? Sapete che bisogna raccogliere le firme? Che bisogna avere degli uffici preposti che devono essere pronti per avviare un iter amministrativo particolarmente gravoso? Che chi non ha una sigla rappresentata in Parlamento nazionale per partecipare alle elezioni ha bisogno di tempi tecnici per poterlo fare? E secondo voi questa è democrazia?». Lo Schiavo poi ricorda che la legge regionale calabrese impedisce ai commissari di governo non di essere eletti consiglieri regionali, ma addirittura ne impone l'immediata decadenza. «La ratio sostanziale è che chi ha un ruolo di potere – argomenta il capogruppo del Misto - non può esercitare questo ruolo alterando le regole democratiche. Devono essere immediate le dimissioni da commissario ad acta alla sanità, devono essere immediate le sue dimissioni da commissario straordinario alla realizzazione dei nuovi ospedali e devono essere affidate le funzioni al vicepresidente della giunta Regionale».
Tavernise: «Occhiuto sta scappando dal voto»
«Condivido le sue dimissioni ma ritengo vergognosa la sua ricandidatura». Così invece un lapidario Davide Tavernise ha illustrato la sua posizione, aggiungendo, «mi viene da dire l'ipotesi di ricandidatura perché il nostro presidente della giunta regionale dà per scontato che lui arrivi vivo politicamente al giorno della consegna delle liste, ma io di questo non sono per niente convinto e me ne assumo le responsabilità visto quello che sta uscendo tutti i giorni sui giornali che non sono delle opinioni soggettive di giornalisti bensì delle trascrizioni di verbali. Noi dobbiamo assolutamente opporci nei confronti di un uomo che sta calpestando le istituzioni, sta calpestando la regione Calabria, un uomo che è stato capace di dimettersi senza nemmeno informare i suoi consiglieri regionali. Allora il presidente Occhiuto oggi sta scappando dal voto, questa è la verità, perché sta cercando di rubare il pallone e di non darci la possibilità di scendere in campo, ma anche su questo lo smentiremo perché noi siamo pronti e lo dimostreremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane».
Tavernise poi affonda il colpo: «Lui vuole correre perché sa che ogni giorno è fondamentale, perché a novembre ci sarà o un rinvio a giudizio o un'archiviazione, ma anche qui dovrebbe spiegare: se lui è sicuro di se stesso allora come mai non ha aspettato la fine delle indagini che è fissata a novembre del 2025? Le elezioni sarebbero state a novembre del 2026, e lui sarebbe arrivato praticamente da non indagato, invece ha voluto anticipare le elezioni forse perché lui sa che sarebbe arrivato a quella data il rinvio a giudizio e forse probabilmente il suo stesso partito o la sua stessa coalizione non lo avrebbero ricandidato, quindi ha provato a fare un “all in”, ma non è detto che gli “all in” o chi bleffa vinca sempre».