«Ho chiarito tutto, confido in una celere archiviazione». E’ un Roberto Occhiuto particolarmente ottimista quello uscito dalla Procura della Repubblica di Catanzaro dopo l’interrogatorio reso per quasi quattro ore al procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e al sostituto procuratore Domenico Assumma.

Chi lo conosce bene parla di un ottimismo genuino e non di facciata, di un presidente molto più rilassato rispetto a qualche tempo fa. Ovviamente non essendo presenti all’interrogatorio teniamo fede alle parole del presidente anche perché fermamente convinti che nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio. Resta però qualche dubbio su una archiviazione veloce. ovviamente è possibile che prima della conclusione delle indagini, prevista per ottobre/novembre, gli inquirenti decidano di stralciare e archiviare la posizione di Occhiuto. Ma questo non prima di aver verificato le dichiarazioni rese quest’oggi per cinque ore.

Allora l’ottimismo di Occhiuto può derivare da una sua genuina percezione che l’interrogatorio sia andato bene. Oppure i pm gli avranno fatto intendere in maniera velata di essere soddisfatti dei chiarimenti. L’ultima ipotesi, invece, è che si tratti di una semplice mossa comunicativa.

Il vero punto è che nè noi nè lo stesso Occhiuto sappiamo quali carte abbia in mano la Procura al di là delle indiscrezioni uscite sui giornali. Non sappiamo ad esempio se gli inquirenti abbiano in mano intercettazioni telefoniche o magari dei testimoni. Bisogna anche capire poi se l’interrogatorio si è incentrato soltanto sui rapporti fra lui e l’ex socio Paolo Posteraro, indagato insieme a Ernesto Ferraro per una serie di nomine e incarichi in società di cui faceva parte il governatore assieme agli altri due indagati. O se durante l’interrogatorio si è parlato anche delle successive iniziative della Procura che hanno fatto eseguire un blitz alla Guardia di Finanza negli uffici della Cittadella.

In questa circostanza sono venute fuori una serie di intercettazioni imbarazzanti che vedono per protagonista Antonio Daffinà, sub commissario nazionale alla depurazione, che da quanto pubblicato dai giornali sembrava occuparsi più di sanità e consulenze che di depurazione. Sarebbe un secondo filone dell’inchiesta o una inchiesta a parte, non si è capito bene, dove è incappata anche la segretaria particolare del presidente, la veneta Vittoria Rigoni per presunte consulenze mai svolte.

Dai giornali, poi, è emerso anche il coinvolgimento del direttore generale del Dipartimento Salute della Regione, Tommaso Calabrò cui sono stati perquisiti gli uffici e l'abitazione. Questi altri due filoni di indagine coinvolgono anche Occhiuto? Su questo il presidente è stato sentito? Ovviamente non lo sappiamo.

Anche se proprio questo è il punto politico.

Al di là delle responsabilità penali, che restano sempre individuali, dalle indiscrezioni trapelate sulla stampa l’inchiesta pare raffigurare un metodo di governo che ha creato irritazioni e malumori anche nella stessa maggioranza di centrodestra che governa la regione.