«Abbiamo sempre espresso una contrarietà a questo progetto definitivo approvato». Così la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, e i componenti della giunta comunale sulla decisione del Cipess. «Riteniamo - aggiungono - che la fase degli studi da noi richiesta doveva essere anticipata perché solo questo avrebbe dato alla comunità la serenità. C'è a rischio la sopravvivenza della città di Villa San Giovanni per un cantiere che impatta l'intero territorio comunale dividendolo in due parti, un cantiere rispetto al quale la città non è oggi preparata. La tutela della città viene prima di tutto».

Con l'approvazione da parte del Cipess, del progetto definitivo del ponte sullo stretto, l'amministrazione comunale di Villa San Giovanni e tutta la maggioranza consiliare condividono la «preoccupazione degli espropriandi. L'approvazione del Cipess potrebbe segnare l'inizio delle procedure di esproprio che il consiglio comunale di Villa San Giovanni ha chiesto siano sospese fino all'approvazione del progetto esecutivo».

«Dovremo leggere il deliberato Cipess - prosegue la nota - prima di esprimere la nostra posizione sui contenuti dello stesso: è ovvio che alla luce di tutte le osservazioni ed obiezioni poste in ogni sede, che suffragano la richiesta di sospensione della pubblica utilità da parte del Cipess noi ci aspettiamo che la stessa venga accolta. Abbiamo appreso dalla stampa, però, che la fase propedeutica all'apertura del vero e proprio cantiere prevede due anni di lavorazioni funzionali e preliminari allo stesso. Saranno due anni quelli necessari a preparare anche la città così come richiesto dal suo consiglio comunale? Verranno accolte le richieste tutte per come rappresentate dalla città?».

«Ci aspettiamo - conclude la nota dell'amministrazione comunale - che, prima ancora della bollinatura della Corte dei Conti sugli aspetti finanziari ed economici, l'ente riceva sia l'accordo di programma sia il deliberato Cipess per potersi adeguatamente preparare a ciò che nei prossimi mesi avverrà in città. Solo così si potrà affrontare ogni fase con i poteri che la legge riconosce ad un ente territoriale, solo ed esclusivamente a garanzia della democrazia e nell'interesse dei cittadini».