Il movimento civico attacca l’amministrazione comunale e compara la realtà del basso jonio con Trebisacce: «Mundo ha acquisito l’aviosuperficie, noi l’allontaniamo di cinque chilometri dall’ospedale non abbiamo più notizie su altre soluzioni»
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«Oltre la propaganda di Occhiuto c'è il vuoto. Cariati, quale futuro per l'elisoccorso?».
Dopo anni di lotte, occupazioni, segnali lanciati e colti – in parte – dal mondo intero, le Lampare di Cariati, il movimento civico sorto attorno alle ceneri del Vittorio Cosentino, continua a far sentire la sua voce. Quella domanda la pongono interrogando sul futuro di un ospedale fondamentale per il basso jonio cosentino e alto crotonese, cerniera tra due territori sempre più privati dei minimi servizi al cittadino, siano sanitari o legati al diritto alla mobilità.
Il gruppo civico, presente in consiglio comunale con il suo leader, Mimmo Formaro, in una nota compara due realtà simili, per certi versi come Cariati, appunto, e Trebisacce, agli antipodi della Sibaritide, i cui presidi ospedalieri sono stati sacrificati sull’altare dell’allora scriteriata spending review.
«Un tempo chiusi entrambi, gli ospedali di Trebisacce e Cariati rappresentano oggi due percorsi diversi di riapertura: Trebisacce – ricordano le Lampare – dovrebbe riaprire grazie a una sentenza del Consiglio di Stato che ne ha imposto la riattivazione, mentre Cariati grazie alla tenacia dei suoi abitanti e ha raggiunto l'obiettivo attraverso una lunga e coraggiosa mobilitazione culminata nell’occupazione del presidio. "Una vera epopea popolare" come è stata definita, caratterizzata soprattutto dall'occupazione per otto mesi del Vittorio Cosentino che ha attirato l’attenzione nazionale e internazionale».
C’è però un problema in più a Cariati, oltre che i lavori di riqualificazione a rilento, la cronica coperta corta del personale, ed è lo stato dell’arte della pista per l’elisoccorso, servizio nevralgico, fondamentale a queste latitudini del servizio sanitario, a centinaia ci chilometri e quindi a ore di distanza da un hub – Cosenza o Catanzaro che sia – da poter raggiungere solo con un velivolo nei casi più gravi.
«A Trebisacce – ricordano – è notizia che il Comune abbia già acquisito gratuitamente l’area destinata alla nuova base di elisoccorso h24, da integrare all’ospedale “Chidichimo”. Il sindaco Franco Mundo e l’assessore Luigi Malatacca hanno incontrato i vertici dell’Asp a Cosenza per sollecitare l’avvio dei lavori, dichiarando la disponibilità dell’amministrazione a sostenere parte delle spese».
A Cariati, invece, «il luogo di atterraggio per l’elisoccorso è stato spostato "temporaneamente" dal porto al campo sportivo di località Varco, a circa cinque chilometri dall’ospedale “Vittorio Cosentino”, una scelta che ha sollevato forti critiche da parte degli operatori sanitari». In tutto questo «l’assessore comunale Critelli ha parlato di una soluzione temporanea, ma senza fornire scadenze né un progetto definitivo condiviso». Peraltro «non si hanno più notizie del terreno che l’amministrazione avrebbe dovuto acquistare vicino al Vittorio Cosentino o di altre soluzioni. Una mancanza di trasparenza e di certezze e, quindi, un aumento dell'insicurezza e sconforto generale».
«Con l’estate ormai arrivata, insieme al sindacato Nursind chiediamo nuovamente all’amministrazione comunale di Cariati di chiarire pubblicamente lo stato dell’arte relativo alla piattaforma per l’elisoccorso: quali azioni concrete sono in corso? Quali i tempi previsti per l’attivazione di una base sicura e definitiva?», chiedono le Lampare.
«Ci battiamo da mesi affinché questo tema cruciale per la sicurezza del territorio non venga accantonato o affrontato con soluzioni temporanee e prive di una visione di lungo termine. Abbiamo sollecitato questa amministrazione più volte, anche in maniera formale, perché venga individuata un’area funzionale in grado di garantire rapidità negli interventi e reale tutela per la popolazione. I cittadini – concludono – hanno diritto a risposte trasparenti, specie in un periodo in cui il territorio si prepara ad accogliere migliaia di persone in più».