L’ex presidente della Regione promuove un incontro per analizzare il voto e andare oltre i personalismi: «occorre ricostruire il rapporto con la società»
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«Le cause della sconfitta sono molteplici e possono essere messe a fuoco non per innestare un meccanismo di rivalsa, di rivincite, di personalismi, cose di questo tipo che non servono a nessuno, ma non servono sicuramente ad un progetto e un percorso di ricostruzione».
Fa tappa a Reggio Calabria la carovana democratica capitanata da Mario Oliverio per offrire un momento di confronto, aperto e partecipato, per avviare una riflessione sulle ragioni che hanno determinato l’ennesima sconfitta del centrosinistra alle ultime regionali.
«Reggio è una tappa importante, dopo quella di Cosenza che ha visto una larga partecipazione. “Ricostruire” è un progetto, una rete, uno schieramento che è lo schieramento delle forze democratiche, di sinistra, delle forze progressiste di questa regione – ha detto Oliverio -. Il risultato del 5 e del 6 ottobre non può essere messo tra parentesi, è una sconfitta bruciante per il centrosinistra, e richiede un'analisi, una ricerca, per capire le cause, per capire perché è successo, perché questa sconfitta».
All’appuntamento, fissato nella sala del Cine teatro Dopolavoro Ferroviario, hanno preso parte alcuni sindaci e amministratori locali, rappresentanti sindacali e dell’associazionismo, ma anche semplici cittadini e curiosi desiderosi di aprire un dialogo che si propone di «andare oltre la lettura del dato elettorale, per porre le basi di una discussione più ampia sul futuro dell’area progressista calabrese».
«Ricercare le cause per correggere» ripete Oliverio alla platea, «per fare tesoro delle ragioni che hanno determinato questo risultato e per reinsediare, ricostruire un rapporto con la società che parta dalle periferie, parte dai comuni, parte dal cuore dei bisogni del popolo calabrese e di questa regione che vive una condizione di ritardato sviluppo».
I gap, le differenze tra la Calabria e le altre regioni del Paese rimangono molto ma molto profondi per l’ex presidente della Regione, a partire dai servizi e naturalmente alla sanità: «non è possibile non porsi questo problema in modo prioritario e non porlo allo Stato in modo prioritario, a Roma in modo prioritario, perché la Calabria ha diritto ad avere una sanità che garantisca standard di cura della salute come avviene nelle regioni del centro nord».
Temi da campagna elettorale, ma evidentemente irrisolti. «I calabresi hanno diritto a curarsi nella propria terra, un cittadino che vive a Reggio Calabria, ma un cittadino che vive anche in un comune interno della provincia di Reggio Calabria o delle altre province calabresi, ha diritto a vivere con sicurezza la sua condizione di cittadino di un'area interna. Non è possibile che si possa vivere con l'assillo che se appunto un cittadino, una persona viene colpita da un infarto magari rischia di perdere la vita perché non c'è un'ambulanza, un servizio di emergenza urgenza capace di garantirgli il trasporto nella unità coronarica dell'ospedale Hub, dell'ospedale più grande che è dotato di servizi adeguati a curare quell'infarto come è avvenuto a San Giovanni in Fiore, come è avvenuto a Soverato con la ragazzina di 12 anni nel corso dell'estate scorsa».
Quindi aprire un confronto sui contenuti diventa prioritario per Oliverio, «perché essere sconfitti, ma vedere la vittoria di forze che non hanno nessun titolo perché non hanno risolto questi problemi, non li hanno affrontati – rimarca - davvero pone degli interrogativi e deve porli a tutti in modo oggettivo al di là delle magliette e delle appartenenze».