«Le dichiarazioni di Alfredo Antoniozzi non solo sono gratuite e fuori fuoco, ma confermano la sua fama: quella di capo dei camaleonti politici. Suo padre Dario, democristiano convinto e coerente, si starà rivoltando nella tomba davanti al percorso del figlio che è passato dallo Scudo Crociato a Forza Italia, per approdare oggi tra i parafascisti. E Antoniozzi si permette persino di dare lezioni a noi». Lo dichiara Giuseppe Graziano, candidato alle prossime elezioni regionali nella lista Casa Riformista a sostegno di Pasquale Tridico Presidente, replicando alle parole del vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

«Sandro Principe è la nostra forza, il nostro leader, una bandiera socialista limpida e forte. La nostra Casa non si regge sull’improvvisazione del momento elettorale – continua Graziano – ma su un percorso politico chiaro, nato con le Amministrative di Rende e oggi proiettato verso le regionali. Non c’è nulla di improvvisato, nulla di inopportuno. C’è coerenza, c’è progettualità e c’è una comunità che cresce attorno a valori autentici. La nostra Casa non è solo solida, ma fortissima».

Poi c’è la sostanza politica del progetto: «Casa Riformista - sottolinea il consigliere regionale - sarà determinante per la vittoria di Pasquale Tridico e per la sconfitta della destra. Perché qui c’è un costrutto vero, c’è una visione, c’è un progetto politico concreto che parla al cuore della Calabria. Al contrario, il centrodestra vive di slogan, di clientele e – diciamolo con chiarezza – anche di affarismo. È questa la vera differenza».

E ancora: «La ricerca spasmodica di Antoniozzi di voler trovare per forza una contraddizione nella Casa Riformista è la prova evidente della grandissima debolezza politica che oggi vive la sua coalizione nonostante ostenti sicurezza. È paura, null’altro che paura. Perché sanno che siamo la vera novità, la vera forza di queste elezioni».

«Sandro Principe – conclude Graziano – è una bandiera limpida e credibile del socialismo e dell’area riformista calabrese. È un onore avere al nostro fianco la sua esperienza e la sua passione. E se oggi ci attaccano è solo perché temono che la Calabria abbia deciso davvero di cambiare strada».