A Rende, il tavolo programmatico di forze moderate indetto da Sandro Principe mette insieme anche la sua Federazione, Italia Viva, PSI, +Europa e Repubblicani. Diffuso un documento comune: «Il Re è nudo»
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Giuseppe Graziano che sorride insieme a Franz Caruso camminando a braccetto nei corridoi dell’Hotel. I tempi della dialettica roboante sulla città unica di Cosenza sono il passato. Oggi sono dalla stessa parte della barricata. Insieme, contro il centrodestra calabrese con cui il partito di Calenda ha rotto, in una rigenerata Area Riformista che si pone come interlocutore paritario con il resto del centrosinistra. La firma dell’operazione politica é di Sandro Principe che ha spinto per dare un’anima moderata ad un blocco che parte dalla sua Federazione e si allarga ad Italia Viva, Azione, Psi, +Europa, Repubblicani, Mezzogiorno Federato, ma anche a quei movimenti civici che negli ultimi mesi, più volte, si sono confrontati sull’attualità politica.
Erano presenti, tra gli altri, Filomena e Tommaso Greco, Gianmarco Manfrinato, Antonio De Nisi, Luigi Incarnato, l’ex sindaco di Mendicino Antonio Palermo, l’ex sindaco di Cassano Gianni Papasso, Bruno Censore, Antonio Scalzo, Franco Mundo, Roberto Rizzuto, Maria Rita Acciardi, Francesca Straticò. A margine dell’incontro hanno diffuso un documento comune, dove mettono in chiaro alcuni passaggi. Innanzitutto che i partecipanti «si sono assunti il compito di valorizzare al massimo la figura e la funzione dei sindaci, la cui dignità va sempre difesa in quanto portatori di interessi vivi e reali». Poi che «si è pronti al confronto con le altre forze politiche nei tempi e nelle sedi appropriate».
Il primo banco di prova, vale a dire di dialogo, potrebbe essere già venerdì prossimo quando nel pomeriggio Pd, M5S e AVS si accomoderanno nuovamente intorno allo stesso tavolo. L’intenzione, già lasciata trapelare domenica mattina, è di invitare tutte le altre forze del costituendo campo larghissimo. La mossa del presidente Occhiuto di anticipare di circa un anno e mezzo l’apertura delle urne ha azzerato qualsiasi cabina di regia. E di questo chiunque ne ha preso consapevolezza.
Il documento dell’Area Riformista
L’incipit del documento è dedicato alla politica nazionale. «La vicenda dei dazi e la prepotenza trumpiana, ha evidenziato che il nostro Paese, ahinoi, è a sovranità limitata. Se ciò è apparso evidente nello scenario economico, è altrettanto vero in quello politico – si legge - dove il Governo ha svenduto la storica politica estera italiana, fedele all’atlantismo ma, nello stesso tempo, capace di svolgere una autonoma politica mediterranea verso il Medio-Oriente e di dialogo con il mondo russo, ex sovietico. In altri termini, si poteva fare tanto per la pace e palazzo Chigi non fa assolutamente nulla».
Poi il passaggio sulle questioni che agitano i partiti dal Pollino allo Stretto. «Purtroppo, il Re è nudo anche in Calabria dove, contrariamente ai proclami, intatte rimangono le preoccupazioni delle forze politiche e dei cittadini calabresi sulla mancata risoluzione delle questioni regionali in tema di sanità, di lavoro, di infrastrutture, di trasporti, di ambiente e di turismo. Questo stato di cose – viene scritto – è confermato dalle dimissioni di Occhiuto, con motivazioni assolutamente contradditorie».
Poi ancora: «Lo situazione nazionale e regionale evidenziano che nel deludente scenario politico c’è un vuoto, una volta riempito da culture storiche liberal-democratiche, socialiste-riformiste, di ispirazione risorgimentale, cattoliche-democratiche e radicali. Queste forze hanno avviato, essendo a buon punto, un percorso per costituire una federazione sorretta da un vero e proprio patto federativo».
«Per intanto – concludono - si sono confrontate su come affrontare, con concretezza, le emergenze nel mondo della sanità, del lavoro, delle infrastrutture, dell’ambiente, dei trasporti e del turismo; partendo da queste loro idee, intendono confrontarsi con le altre forze politiche, per definire un programma di governo condiviso e per formare una forte coalizione che faccia uscire la Calabria dalla palude, attraverso la guida di un candidato presidente scelto e condiviso in Calabria».