Durissima nota dei dem: «La Calabria continua a essere la maglia nera d’Italia, prigioniera di una gestione commissariale inefficace, opaca e distante dai cittadini
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Medici in corsia
«I dati dell’ultimo studio Crea Sanità condannano nettamente la gestione sanitaria calabrese, in mano al centrodestra di governo nazionale e regionale. Mentre il Veneto raggiunge il 55 per cento della performance massima teorica, la Calabria sprofonda all’ultimo posto con appena il 23 per cento e si conferma la regione d’Italia in cui la tutela della salute è più lontana dai bisogni e dai diritti dei cittadini». È quanto afferma il Partito democratico della Calabria, guidato dal senatore Nicola Irto, a commento del rapporto sulla sanità pubblicato dal Centro per la ricerca economica applicata (Crea) dell’Università di Roma Tor Vergata.
«Si tratta – dichiarano i dem calabresi – di una vergogna politica prima ancora che tecnica. A fronte di un miglioramento generale del Servizio sanitario nazionale e con un recupero registrato perfino in diverse regioni del Mezzogiorno, la Calabria continua a essere la maglia nera d’Italia, prigioniera di una gestione commissariale inefficace, opaca e distante dai cittadini».
«I calabresi – continua la nota del Pd – pagano il prezzo più alto di una sanità devastata, dove ogni giorno si registrano liste d’attesa infinite, carenza di personale, reparti chiusi, strutture non operative e una migrazione sanitaria spaventosa. Non ci consola sapere che la qualità della vita percepita sia in alcuni casi superiore alla media. Questo è solo il segno della resilienza straordinaria di un popolo che merita invece giustizia sociale, diritto alla salute e servizi degni di un Paese civile».
«Non è più tollerabile che chi governa la Regione pensi solo alla propaganda e alla propria immagine, mentre la sanità reale crolla sotto il peso di ritardi imperdonabili e inadempienze clamorose. Il Partito democratico non smetterà di denunciare questa situazione indecente e continuerà a lottare in ogni sede – concludono i dem – per la dignità e i diritti della comunità calabrese».