La segretaria del Pd sarà intervistata dal giornalista Tommaso Labate il prossimo 29 luglio, in un evento simbolo del potere di Occhiuto. Chissà se solleverà il tema della trasparenza della Fondazione e chissà cosa dirà sull’abolizione delle primarie effettuata dal consiglio regionale col voto favorevole del suo partito
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Dove non ha potuto Carmine Donzelli è arrivato Tommaso Labate. L’editorialista di origini calabresi, che a settembre esordirà con un talk politico su ReteQuattro, è riuscito infatti a portare sul palco Elly Schlein. Ma non un palco qualunque bensì ad un festival strettamente legato al modello di potere di Roberto Occhiuto.
La segretaria nazionale del Pd sarà infatti a Soverato il 29 luglio nell’ambito del Magna Grecia Film Festival che quest’anno ha la pretesa di andare oltre il cinema e esondare appunto nella politica. Dopo di lei, infatti, toccherà al leader di Forza Italia, Antonio Tajani, calcare quello stesso palco per sottoporsi alle domande di Labate. Nessun confronto fra i due, però, che saranno intervistati in due momenti diversi.
La domanda è cosa verrà a fare la Schlein in un festival finanziato dalla tanto contestata Film Commission Calabria? La domanda è ancora più pregnante se si pensa che la segretaria aveva rifiutato di essere ospite ad Atreju che poteva avere un valore politico ben più rilevante: nella tana di Giorgia Meloni, davanti a una platea dichiaratamente ostile, una partita in trasferta per legittimarsi come vera avversaria della premier e principale leader dell'opposizione al governo, chiudendo magari la partita con Giuseppe Conte. In quell’occasione la Schlein declinò l’invito (in realtà arrivato solo in via informale) sostenendo che il dibattito non si fa nelle feste di partito ma nelle aule istituzionali ovvero in Parlamento. Oggi invece ha cambiato idea e preferisce andare nel cuore del potere occhiutiano e del centrodestra calabrese.
Chissà di cosa parlerà la segretaria, difficile dirlo perché l’iniziativa per il momento non ha un titolo. Magari porrà l’accento sull’opacità della gestione dei fondi da parte della Film Commission affondando il colpo più dei suoi compagni di partito in consiglio regionale che oltre alla blanda denuncia da comunicato stampa non sono andati. Nessuno di loro, ad esempio, si è preso la briga di esercitare quanto previsto dallo statuto regionale all’articolo 24 e chiedere tutti gli incartamenti sulle tanto discusse consulenze di cui pochissimi conoscono i veri destinatari e le reali finalità. Magari proverà a svelarci il mistero della sedia (o delle sedie costate 14mila euro) o chissà.
E visto che c’è chissà se difenderà la scelta del gruppo regionale di votare a favore dell’abolizione delle primarie per la scelta del candidato presidente della Regione abrogata nel consiglio regionale di ieri. Eppure a livello locale anche il segretario regionale del partito, il senatore Nicola Irto, continua a dire che le primarie sono il miglior strumento, quello più democratico per arrivare ad una scelta condivisa dal basso e magari coinvolgere sempre più gli elettori. Il senatore lo ha proposto chiaramente per scegliere il candidato sindaco di Reggio Calabria e il segretario regionale del Psi, Luigi Incarnato, ha rilanciato proponendolo per le regionali.
Ieri il gruppo regionale del Pd ha deciso che lo strumento previsto dalla Regione sia inutile perché non è mai stato utilizzato, allora i quattrini messi da parte per garantirlo meglio destinarli a non meglio precisate iniziative sociali, proprio come voleva Roberto Occhiuto. Il solo che ha provato ad opporsi è stato Raffaele Mammoliti, forse memore del fatto che ogni volta che il centrosinistra ha fatto le primarie ha vinto, quando invece ha fatto i casting ha miseramente perso. Alla fine anche lui si è arreso per disciplina di partito.
Chissà cosa ne pensa la Schlein, se difenderà le primarie o il solito metodo di selezione dall'altro di candidati o classe dirigente