Il braccio destro del parlamentare europeo commenta la campagna elettorale e i motivi della sconfitta: «Sono tanti e strutturati, forse con 6 mesi a disposizione e non solo 25 giorni avremmo risolto qualcosa. Ma abbiamo ridato una speranza agli elettori di centrosinistra»
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«Io non so se sia più utile in Consiglio regionale o in Europa. Come è noto a tutti, quella di Pasquale Tridico non è stata un'autocandidatura, è stata una candidatura sollecitata fortemente dalle forze politiche locali e nazionali». Parole di Mimmo Talarico, che ha seguito nella campagna elettorale l’uomo indicato dal centrosinistra come un’ombra. Direttore di Asprom, è stato anche colui il quale ha compilato le liste direttamente riconducibili all’ex numero dell’Inps premiate con l’elezione di Ferdinando Laghi ed Enzo Bruno a Palazzo Campanella.
Ospite della redazione di Cosenza Channel, ha lasciato intendere quali mosse potrebbe fare una volta convocato il primo consesso post elezioni. «Tridico - dice Talarico - non è un semplice parlamentare europeo, è il capogruppo del gruppo Left. Ha una caratura europea, intorno a lui si aggregano le forze progressiste, democratiche e di sinistra dell'Europa. Di fronte a delle responsabilità così grandi e importanti (è presidente della commissione Fisco, ndr) e ad un lavoro che ha ottenuto il riconoscimento anche delle forze liberali e conservatrici del Parlamento europeo, credo che la scelta debba essere valutata molto bene».
Talarico va dritto al punto, ponendo forse un quesito dalla semplice risposta. «Dobbiamo capire anche in termini di convenienza, cosa sia più utile alla Calabria e alle istituzioni calabresi – prosegue -. È meglio avere un consigliere di opposizione oppure un parlamentare europeo che ha un prestigio e un'autorevolezza che possono fare bene alla nostra regione e all’Italia tutta? Ad ogni modo, in passato ad uomini e donne di destra non è stata riservata la stessa attenzione, anche perché alla prima occasione hanno preso l’aereo».
Di seguito l’intervista video integrale a Mimmo Talarico che si è esposto sulla campagna elettorale («fatto il massimo in 25 giorni, abbiamo ridato fiducia e speranza ad una parte importante dell'elettorato calabrese») e sulle ragioni della sconfitta («sono tante, molto profonde e strutturali che forse avremmo potuto risolvere in sei mesi di campagna elettorale…».