Chiusura di campagna elettorale a Corigliano Rossano per il candidato governatore del campo largo. Il leader M5s: «Completiamo la rincorsa». La segretaria del Pd: «Questa destra rende più precario il lavoro dei giovani calabresi»
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La piazza Bernardino Lefosse di Corigliano Rossano si è trasformata in un grande teatro politico, gremita di cittadini accorsi da tutta la Sibaritide e oltre per il comizio conclusivo che ha visto come protagonisti Elly Schlein, Giuseppe Conte e Pasquale Tridico. Un appuntamento che ha intrecciato parole e collegamenti telematici, in una lunga serata che ha dato voce a segretari, sindaci e deputati, tutti raccolti intorno a un filo conduttore comune: la difesa della sanità pubblica, la denuncia dello spopolamento giovanile, la richiesta di infrastrutture reali al posto di grandi opere considerate inutili.
Elly Schlein e la difesa del pubblico
In collegamento telematico, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha spiegato di non poter essere presente fisicamente a Rossano per la concomitanza con lo sciopero generale, ma ha voluto dare il proprio contributo con un intervento ampio e appassionato. Ha aperto il suo discorso ribadendo la centralità della sanità pubblica e denunciando i tagli della destra, accusata di coltivare interessi nelle cliniche private. Ha ricordato che i cittadini calabresi hanno diritto a servizi essenziali dignitosi e ha sottolineato come siano soprattutto anziani e disabili a pagare il prezzo di una politica che taglia ospedali e presidi territoriali. Schlein ha parlato della scuola come presidio irrinunciabile, definendola «una difesa assoluta da garantire a ogni costo». Ha richiamato la necessità di moltiplicare gli asili nido, riaprire i consultori e rafforzare i servizi di prossimità per rendere concreta l’idea di giustizia sociale. Ai giovani calabresi, troppo spesso costretti a partire, ha voluto dedicare parole chiare: «Il diritto a restare nella propria terra deve essere difeso con forza, serve sbloccare l’ascensore sociale ascoltando gli studenti e costruendo lavoro qui».
Il lavoro è stato indicato come priorità politica assoluta, insieme alla proposta di un salario minimo regionale: «Sotto i nove euro è sfruttamento». Schlein ha poi richiamato il diritto alla casa, la lotta al precariato, l’attenzione alle politiche industriali che possano davvero rilanciare il Mezzogiorno. Un discorso che ha voluto marcare la distanza tra la visione della sinistra e quella del governo Meloni, accusato di privilegiare i poteri forti a scapito dei cittadini.
Giuseppe Conte e la Calabria abbandonata
Il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha scelto di partire da Gaza e dal dramma mediorientale. Ha parlato di «genocidio in corso, con ventimila bambini trucidati» e ha accusato il governo Meloni di assenza e silenzio. Ha chiesto la liberazione dei connazionali detenuti «in modo illegittimo» e ha dato voce a Marco, attivista imbarcato in una missione umanitaria, collegato in diretta telematica per raccontare gli attacchi con droni e imbarcazioni subiti anche da navi battenti bandiera italiana. Conte ha poi portato il discorso sulla campagna elettorale in Calabria, definendola «strana e all’insegna della furbizia». Ha accusato Roberto Occhiuto di aver condotto la regione al voto anticipato per l’inchiesta che lo riguarda: «Doveva spiegare cosa è accaduto, invece ha scelto di giocare d’anticipo convinto di trovarci impreparati, ma si è sbagliato». Ha rivendicato di aver costruito in poche settimane programmi, progetti e una coalizione compatta, recuperando gran parte dello svantaggio iniziale. Dal palco ha ricordato i 209 miliardi del Pnrr portati in Italia e ha denunciato la mancata realizzazione degli ospedali di comunità in Calabria. Ha criticato con forza il ponte sullo Stretto, definito «un’opera faraonica che sottrae nove miliardi destinati all’alta velocità e trecento milioni dai fondi di coesione». Conte ha contrapposto a quella logica l’idea di un Sud che investe su sanità, mobilità e istruzione, anziché su progetti funzionali solo alla propaganda. Ha chiuso il suo intervento denunciando «il servilismo verso i potenti e le banche» e rilanciando l’appello alla partecipazione: «Solo uniti possiamo dare alla Calabria la dignità che merita».
Pasquale Tridico e le proposte per la Calabria
La conclusione della manifestazione è stata affidata a Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps e oggi candidato per il Movimento 5 Stelle. Tridico ha dipinto un quadro drammatico della sanità calabrese: «Ospedali scatole vuote, reparti abbandonati, dove si muore per mancanza di cure e dove i turisti non vengono per paura di ammalarsi».
Ha annunciato un piano di reclutamento straordinario di 3200 medici e paramedici, con l’obiettivo di riportare in Calabria professionisti costretti a emigrare e ridurre la migrazione sanitaria verso il Nord. Il suo discorso ha toccato anche i nodi sociali: ha proposto un bonus affitto per le famiglie più fragili e la sospensione del bollo auto per i redditi bassi. Ha denunciato le morti negli ospedali calabresi come «una ferita che pesa sull’intera regione» e ha puntato il dito contro Occhiuto per l’appoggio alla Lega e all’autonomia differenziata, «un progetto che divide l’Italia e condanna il Mezzogiorno». Sul tema dello spopolamento ha sottolineato: «In soli quattro anni la Calabria ha perso più abitanti che in quarant’anni, con giovani laureati costretti a partire».
Tridico ha chiuso richiamando l’urgenza di restituire infrastrutture al Sud, dalla Statale 106 alle ferrovie, fino all’alta velocità negata. «Il Sud deve essere federato e sostenuto, non abbandonato», ha detto tra gli applausi di una piazza gremita.
Il lungo comizio di Rossano ha visto alternarsi anche altri interventi significativi. Vittoria Baldino ha aperto la serata parlando di Gaza e Israele, della sanità pubblica e della Statale 106, ribadendo la contrarietà al ponte sullo Stretto. Anna Laura Orrico ha denunciato un «attentato alla democrazia» legato al caso Gentile, accusando il governo Occhiuto di aver costruito un sistema di ricatti e favori nella sanità. Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano, ha attaccato Occhiuto per i tagli ai fondi di coesione, al Pnrr e all’alta velocità, ricordando anche i nove milioni di Enel sull’idrogeno annullati. Ha criticato la gestione privata del nuovo ospedale della Sibaritide, «dove oggi sono pronte solo due stanze per due reel», e ha denunciato che il concessionario è candidato in Forza Italia in Campania.
Franz Caruso, sindaco di Cosenza, ha definito Tridico «una persona perbene» in una Calabria che ha descritto come «la regione degli affari». Nicola Irto, segretario regionale del Pd, ha denunciato i danni dell’emigrazione sanitaria e ha ricordato che «Occhiuto ha chiuso ospedali già con Scopelliti», attaccando anche Giorgia Meloni, la cui presenza a Lamezia ha definito «una sceneggiata». Davide Faraone, per Casa Riformista, ha accusato Occhiuto di non aver saputo dire di no a Meloni sull’autonomia differenziata e di non essersi opposto ai tagli per il Sud. Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha ricordato le battaglie di Tridico su previdenza, sanità e infrastrutture, parlando di «politica criminale della destra italiana» e ricordando le vicende giudiziarie che hanno coinvolto lo stesso Occhiuto.