Sanita’

Case e ospedali di comunità in Calabria, ecco le prime osservazioni da Roma sulla pianificazione

Una prima stesura del piano operativo regionale è stata già trasmessa al ministero della Salute e ad Agenas. La Regione intende implementarne il numero per evitare ritardi nella realizzazione delle opere. Oggi l'incontro tra Occhiuto e i commissari delle aziende sanitarie

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di Luana  Costa
11 aprile 2022
14:01

Le risorse non mancano. Il problema è semmai il contrario, ossia come impiegare utilmente l'enorme flusso di denaro previsto nel piano nazionale di ripresa e resilienza senza perdere fondi e, soprattutto, per centrare l'obiettivo di rifondare le basi della sanità territoriale in Calabria.

Faccia a faccia

L'appuntamento è per questo pomeriggio alla Cittadella, dove il presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, ha convocato i commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi per rivedere in corsa la pianificazione che dovrebbe portare alla costituzione di 57 case della comunità, di 15 ospedali di comunità e di 19 centrali operative territoriali.


Prime scadenze

Le scadenze per ora sono state rispettate. Il 7 marzo le aziende hanno, infatti, trasmesso ad Agenas le schede tecniche contenenti i 91 interventi previsti nella missione 6, componenti 1 del piano nazionale di ripresa e resilienza che dovrebbe portare in Calabria oltre 128 milioni di euro per la creazione delle strutture di assistenza territoriale.

Osservazioni

Tuttavia, ai piani alti della Cittadella si ragiona in queste ore sulla possibilità di implementarne il numero. La necessità sarebbe emersa già nel corso di una riunione avuta a fine marzo con il ministero della Salute e Agenas, durante la quale sarebbero state espresse alcune osservazioni che oggi si tenta di sanare tentando «un incremento nel numero delle strutture al fine di assicurare una migliore copertura territoriale dei servizi sanitari da erogare e per assicurare in ogni caso il raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano nazionale di ripresa e resilienza».

Non centrare gli obiettivi

La principale preoccupazione in questa fase sembra essere quella di «scongiurare il rischio di inficiare la buona riuscita del piano in caso di mancato rispetto dei cronoprogrammi», una circostanza che potrebbe verificarsi anche nel caso di un solo ritardo accumulato negli interventi già programmati. Una preoccupazione che - con tutta evidenza - non nasce dalla sola eventualità di perdere i finanziamenti previsti dal Pnrr ma, soprattutto, di vanificare gli obiettivi previsti nel piano operativo regionale.

Il piano operativo

Una prima stesura del documento - che si compone degli interventi previsti nella missione 6 del Pnrr - è stata infatti già trasmessa al ministero della Salute e ad Agenas, le quali avrebbero appunto espresso una serie di osservazioni che già questo pomeriggio si tenterà di dirimere attraverso un faccia a faccia diretto con i commissari delle aziende. La scadenza del 31 maggio si avvicina, infatti, a grandi passi. Entro quella data la Calabria dovrebbe già essere nelle condizioni di poter sottoscrivere il contratto istituzionale di sviluppo (Cis) che richiede come precondizione, appunto, l'approvazione del piano operativo regionale.

Giornalista
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