Catanzaro, vaccinazioni anti-Covid ferme al palo per le persone down

VIDEO | La Fish, Federazione per il superamento dell’handicap sul piede di guerra: «Tutte le aziende ospedaliere devono allinearsi. Bisogna prendersi cura dei più fragili e dei caregiver». Intanto le famiglie vengono rimbalzate da un ufficio all’altro 

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di Tiziana Bagnato
8 marzo 2021
20:48

Otto febbraio 2021. Il report del ministero della Salute contenente le raccomandazioni sui gruppi target per le vaccinazioni anti Covid, in merito ai pazienti con sindrome di down afferma che «in ragione della loro parziale competenza immunologica e della assai frequente presenza di cardiopatie congenite sono da ritenersi fragili».

Eppure, mentre i contagi aumentano e le varianti pure, nella punta dello Stivale ogni Asp va per conto suo e gli interessati vivono nell’incertezza, rimbalzati da un organo istituzionale all’altro. È il caso dell’Asp di Catanzaro dove al momento è tutto bloccato. Le famiglie attendono di essere contattate e diverse di queste, nel frattempo, si sono date da fare telefonando ad uffici ed istituzioni, ma trovandosi di fronte spesso ad una totale mancanza di informazioni.


Intanto, la preoccupazione, esacerbata dalla rabbia, aumenta. La Fish Calabria, presieduta da Nunzia Coppedè, non ci sta, punta i piedi e chiede che tutte le aziende ospedaliere si allineino e inizino ad immunizzare chi è nato con un cromosoma in più. «Vanno protetti» ci spiega ma la questione è ampia. Una manciata di giorni fa la presidente era stata costretta a ricorrere a carta e penna e a scrivere al presidente facente funzioni Nino Spirlì per sottolineare come non ci fosse traccia dei disabili non ospitati in strutture pubbliche o convenzionate e dei loro caregiver nel piano vaccinale.

Molte, troppe patologie erano state escluse dalla priorità. Poi la protesta dei genitori di alcuni ragazzi affetti da sindrome di down e in cura nell’Asp di Cosenza e, dopo poco, l’inizio dell’imunizzazione. Nell’Asp di Catanzaro e Crotone, invece, è tutto fermo. Vibo dovrebbe cominciare domani.

Ma il problema non è solo calabrese. Anche nel resto d’Italia, ci spiega Coppedè, ci sono una serie di ritardi, in sintesi di “mancati allineamenti e una grande confusione”. Peccato che in questa confusione ormai conclamata ci vadano di mezzo soggetti estremamente fragili e che dipendono per cure e non solo dai caregiver, coloro che oltre a farsene carico possono diventare anche i loro stessi “untori”.

Ecco perché la questione va affrontata con una doppia prospettiva vaccinando anche i caregiver. Bronchiti, cardiopatie e tante altre le patologie che vanno ad indebolire i portatori di sindrome di down. Ma è tutto il mondo della disabilità ad essere stato accantonato costringendolo ad una vita in apnea.

Giornalista
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