Coronavirus, Locatelli (Css): «Seconda ondata possibile. Ma non sarà forte come la prima»

Il presidente del Consiglio superiore di Sanità ospite della trasmissione Agorà: «Con il ritorno del freddo, ci potrebbe essere una ripresa dei contagi»

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di Redazione
11 giugno 2020
09:57
Coronavirus al microscopio (foto ansa)
Coronavirus al microscopio (foto ansa)

«Dobbiamo farci trovare preparati a gestire una seconda ondata di contagi, che comunque, se dovesse mai esserci, non ritengo avrà le dimensioni e la portata della prima». Lo ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità (Css) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), durante la trasmissione Agorà, su Rai 3. «Prevedere se e quando ci sarà una seconda ondata - ha aggiunto - è un esercizio da indovino piuttosto che da scienziati, ma è possibile che con il ritorno dei mesi più freddi, nel tardo autunno o inverno, ci possa essere una ripresa perché il virus circola ancora in molti paesi del mondo, come vediamo dai dati di America Latina e India».

Il vaccino anti Covid-19

«C'è uno sforzo internazionale mai registrato prima nella storia dell'umanità per un vaccino in grado di conferire immunità di gregge, ovvero una protezione largamente estesa contro il nuovo coronavirus» e «il messaggio è che lo Stato italiano c'è», ha poi aggiunto Locatelli. Per il membro del Cts: «Farsi trovare pronti per il vaccino è importante», ha sottolineato. E lo sforzo che si sta facendo «prevede anche alcuni approcci vaccinali molto innovativi. Il nostro governo ha fatto in questo senso investimenti importanti, basti pensare al prodotto di ricerca che sarà sviluppato grazie all'investimento fatto da Ministero della Salute, della Ricerca, Regione Lazio e Cnr».  


La vaccinazione antinfluenzale

«In autunno sarà importante raccomandare la vaccinazione antinfluenzale», ma l'averla fatta, «non consentirà di escludere a priori, in chi presenterà sintomi respiratori, che si tratti di influenza», ha poi chiarito Locatelli.

La campagna vaccinale quest'anno sarà offerta gratuitamente a partire dai 60 anni e per i bambini da 6 mesi a 6 anni: «La risposta immunitaria al vaccino - ha spiegato - non è per tutti uguale e, nella popolazione anziana, la percentuale di risposta positiva negli immunizzati scende al 35-40% del totale». C'è già, ha rimarcato, «una forte attività da parte della Direzione Prevenzione del Ministero della Salute per rendere disponibili le dosi del vaccino antifluenzale e anche contro lo pneumococco, ovvero un batterio che provoca polmoniti e previene casi gravi e letalità soprattutto tra i più i più anziani».

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