Coronavirus, positivo un dipendente del Ministero dello sviluppo economico

Chiuso il terzo piano del dicastero. Intanto Ricciardi, in qualità di consigliere del ministro della Salute per l'emergenza Covid-19, ha ribadito: «Vogliamo evitare un nuovo lockdown ma bisogna limitare la circolazione del virus»

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di Redazione
8 ottobre 2020
10:25

Un dipendente del Mise, Ministero dello sviluppo economico è risultato positivo al coronovirus. È stato sgombrato e chiuso il terzo piano dicastero di via Molise a Roma, dove risiede la segreteria del sottosegretario Alessia Morani. Lo riferisce l’Adnk.

L’andamento del virus

Sull’andamento del virus, si è espresso Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l'emergenza Covid-19 e ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica di Roma, intervenendo ad 'Agorà' su Rai3: «Di fatto – afferma - questa è un'epidemia che ha un andamento incrementale fino a un certo punto e poi esponenziale. Significa che, dopo un certo livello, c'è un raddoppio dei casi con una frequenza molto più ravvicinata. E poi se consideriamo che, per lo studio sieroepidemiologico, per ogni caso notificato ce ne sono almeno 5-6 non notificati, in questo momento ci troviamo di fronte veramente a un momento delicato».


Una fase, spiega l'esperto, «in cui ancora possiamo attuare delle strategie di contenimento, ma se non lo facciamo poi possiamo fare soltanto delle strategie di mitigazione e quindi limitare la circolazione».

«Non vogliamo un nuovo lockdown»

«Noi vogliamo e dobbiamo evitare un lockdown nazionale e vogliamo evitare anche i lockdown locali. È chiaro che per farlo dobbiamo limitare la circolazione del virus. E queste strategie di contenimento basate su tre pilastri, cioè la distanza di sicurezza, le mascherine e l'igiene delle mani e degli ambienti di vita e di lavoro, sono i perni essenziali comportamentali su cui basarsi», assicura Ricciardi. «In questo momento il problema non saranno le terapie intensive perché le terapie intensive le abbiamo già raddoppiate da 5mila a 10mila. Il problema saranno gli altri reparti, perché fortunatamente oggi noi siamo più bravi e intercettiamo prima i pazienti, per cui le terapie intensive se va tutto bene non le riempiremo», puntualizza poi.

I contagi in famiglia

Oggi il contagio avviene in famiglia. L'età media è intorno ai 50 anni: «La cosa che dobbiamo evitare è che vengano contagiati gli anziani, perché nel momento in cui viene contagiato un anziano il decorso clinico può essere molto più grave rispetto alle persone di un'età più giovane», ha ricordato ancora l'esperto.

 

«Abbiamo visto - spiega ad 'Agorà' su Rai3 - la rimessa in moto della circolazione del virus dopo le vacanze. I ragazzi che sono andati soprattutto in Paesi come la Spagna, la Grecia, la Croazia, Malta, che non avevano adoperato le nostre cautele, o che hanno fatto le vacanze in regioni come la Sardegna, che hanno riaperto le discoteche e non hanno esercitato un controllo sui luoghi di assembramento, sono poi ritornati in famiglia. E da luglio in cui l'età media degli infetti era 25 anni pian piano lo hanno trasmesso ai loro familiari

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