Crotone, consiglieri comunali in difesa della Terapia intensiva neonatale: «Pronti alla mobilitazione»

Il reparto è in difficoltà per la carenza di personale medico, ieri la terza commissione consiliare si è occupata della vicenda e si impegna a «portare il problema all’attenzione del governo regionale e nazionale per ottenere risposte e soluzioni definitive»

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di Francesca Caiazzo
16 gennaio 2021
20:22

A lanciare l’allarme sulla eventuale chiusura della Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale di Crotone era stata l’associazione Noi Mamme e Bebè, che aveva anche fatto appello alle istituzioni affinchè si mobilitassero per scongiurare questa evenienza. E qualcosa sembra essersi smosso. Ieri, infatti, la vicenda è approdata sul tavolo della terza Commissione consiliare permanente del Comune di Crotone, presieduta da Alessandro Manica. All’incontro hanno partecipato il dottor Luigi Mesuraca, del reparto di Neonatologia del San Giovanni di Dio, e l’assessore comunale alla Tutela della Salute, Carla Cortese.

La carenza di medici

È stato proprio Mesuraca a spiegare che il suo reparto «soffre per la carenza di personale che – si legge in una nota inviata dai consiglieri che fanno parte della Commissione - costringe i medici a turni estenuanti che arrivano a toccare sino a nove notti al mese. Ritmi insostenibili per un reparto nel quale in pochi secondi si decide della vita di un nascituro. La carenza di medici negli ultimi anni, è frutto di pensionamenti, taluni anticipati, ma anche da ricongiungimenti familiari in altre sedi. Medici non rimpiazzati neanche con l’ultimo concorso che pare non abbia destato l’interesse di molti: solo 7 i partecipanti ma nessuno di loro ha accettato il lavoro. Tutto questo ha ridotto il numero dei medici in TIN da 9 a 4 sole unità mentre in altri ospedali calabresi, i reparti contano numeri di sanitari superiori, eppure il San Giovanni di Dio arriva a toccare 1500 nascita all’anno ed il reparto TIN è l’unica possibilità di sopravvivenza per i piccoli che nascono con difficoltà gestibili solo nei primi secondi di vita».


Pronti alla mobilitazione

«Ci mobiliteremo se necessario – sostengono i consiglieri comunali - per la non chiusura del reparto. Conclamate le carenze strutturali del nostro ospedale, solo per citarne alcune: siamo uno degli ospedali che non vanta un pronto soccorso pediatrico e una chirurgia pediatrica e non possiamo permettere che ci venga levata la TIN. Sono tante le mamme che hanno mostrato le loro ansie e preoccupazioni, come tante sono le testimonianze pervenute di chi grazie al reparto può guardare i propri bimbi crescere».

Alla riunione era presente anche una delegazione delle associate di Noi Mamme e Bebè che ha riferito dei legittimi «timori e dubbi e preoccupazioni delle donne in attesa che vedono nella TIN un servizio assolutamente essenziale la cui assenza (o anche precarietà) potrebbe costringere molte donne a decidere di partorire in altri ospedali per avere maggiori garanzie».

Provvedimenti urgenti

La terza Commissione «si attiverà – conclude la nota - per portare il problema all’attenzione del governo regionale e nazionale per ottenere risposte e soluzioni definitive. Nella giornata di lunedì il sindaco incontrerà il nuovo Direttore Generale dell’Asp Domenico Sperlì e siamo certi che porterà all’attenzione di quest’ultimo la problematica che ci ha visto coinvolti in prima persona. Subito dopo seguirà una nuova convocazione della Commissione perché si prendano seri ed urgenti provvedimenti per garantire la continuità ed il corretto funzionamento del reparto. La salute dei cittadini e soprattutto dei bambini che rappresentano il nostro futuro merita dignità, attenzione, cura e certezza».

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