La nostra regione registra alti tassi di pazienti costretti a recarsi in altre zone d’Italia per sottoporsi a interventi complessi. Circa il 30% parte per un bypass
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In Italia la mortalità per malattie cardiovascolari si è ridotta negli ultimi vent'anni, ma il miglioramento non ha coinvolto tutte le aree del Paese allo stesso modo. Il Sud è indietro in termini di ricoveri e prevenzione, e i residenti sono spesso costretti a spostarsi per le cure. Di conseguenza, nel Mezzogiorno sono di più gli anni di vita persi per malattie cardiovascolari. Lo evidenzia il secondo rapporto del gruppo di lavoro su equità e salute nelle Regioni dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss).
I dati
Il tasso di ricovero per infarto è calato del 20% negli uomini (da 270 a 208 casi ogni 100mila abitanti) e del 34% nelle donne. Ma nel 2023 le Regioni del Sud registrano i valori più alti: 223 negli uomini e 78 nelle donne, contro valori inferiori nel Centro e nel Nord. Per l'ictus, negli ultimi anni, i tassi maggiori si osservano in Liguria, Bolzano e Umbria.
Sul fronte della mobilità sanitaria, per l'intervento di bypass aortocoronarico il Nord ha un tasso stabile al 6%, mentre nel Sud si superano soglie del 25% e la Calabria è la maglia nera con un picco del 29,5% nel 2023. Per gli interventi alle valvole cardiache, il Sud ha toccato un picco del 27% di 'fuga sanitaria', con una flessione solo dopo la pandemia.
Al Sud tassi di mortalità «elevati»
Quanto alla mortalità, si è scesi da 904 a 266 decessi per 100mila abitanti tra il 1980 e il 2021. Ma se il Nord registra valori sotto la media nazionale, al Sud si osservano ancora tassi più elevati. Le malattie del sistema circolatorio in termini di anni di vita persi contribuiscono al 20% negli uomini e al 16% nelle donne. Ma pesano di più nel Mezzogiorno.
Preoccupano infine gli stili di vita: aumentano la sedentarietà (dal 23% al 28%) e l'obesità (10% obesi, 33% in sovrappeso), con comportamenti peggiori nelle Regioni meridionali.
Fuga dalla Calabria
Calabria, Trentino Alto Adige e Basilicata sono le regioni che vedono la più alta percentuale di pazienti costretti a recarsi fuori dalla propria Regione per sottoporsi a interventi complessi, come quelli al cuore.
In base e ai dati raccolti attraverso la sorveglianza Passi, la Calabria registra i valori più alti in assoluto: nel 2023, quasi il 30% dei pazienti calabresi sottoposti a bypass aortocoronarico ha ricevuto l'intervento fuori Regione. Ancora più critica la situazione per gli interventi su valvole cardiache, con un tasso di fuga del 60%, sintomo di fragilità strutturale nella rete cardiochirurgica regionale.
Al secondo posto, il Trentino-Alto Adige. Nonostante si trovi nel Nord Italia, una delle aree con i servizi sanitari più avanzati, le due province autonome presentano un tasso di mobilità del 33% per i bypass e del 43% per gli interventi valvolari: le cause potrebbero essere legate alla distribuzione non uniforme delle strutture o alla mancanza di centri specializzati. Segue la Basilicata, con un tasso di fuga del 17% per i bypass e del 40,4% per le valvole cardiache. Anche in questo caso, la mobilità sanitaria riflette una rete ospedaliera limitata, che obbliga molti pazienti a cercare assistenza altrove per interventi complessi.
In Calabria persi 634 anni di vita ogni 100mila abitanti
Per quanto riguarda gli anni di vita persi per le malattie ischemiche del cuore, come l'infarto, gli uomini nel Mezzogiorno hanno registrato i tassi più alti: in Campania sono stati persi 664,4 anni di vita ogni 100.000 abitanti, in Calabria 634,0, e in Sicilia 607,6. Anche tra le donne i numeri sono significativi, con la Campania a 362,8, seguita dalla Calabria con 323,6 e dalla Sicilia con 269,9. A titolo di confronto, la media italiana è di 569,5 anni persi per gli uomini e 240,9 per le donne.
Calabria al secondo posto per ricoveri da infarto
In Calabria, nel 2023, si è registrato il secondo tasso più alto tra le regioni come tasso di ricovero per infarto acuto del miocardio sia tra gli uomini che tra le donne e il tasso più alto di mobilità sanitaria (29,5% nel 2023). Negli ultimi vent'anni, rileva l'Istituto, si è ridotta di molto la mortalità per malattie cardiovascolari in Italia, ma il calo non è stato uniforme con le regioni meridionali che hanno visto anzi aumentare il divario con quelle del nord, con il risultato che nel mezzogiorno sono maggiori i ricoveri (ad eccezione per quelli per ictus dopo il 2020) e la mortalità, ma anche il ricorso a cure fuori regione e persino i comportamenti sbagliati dal punto di vista della prevenzione.
Negli uomini il tasso italiano di ricovero per infarto acuto del miocardio è sceso da 270,3 nel 2010 a 208,3 nel 2023 diminuendo di circa il 20%; nelle donne si è passati da un tasso pari a 109,2 nel 2010 a 71,5 nel 2023 (-34%). In entrambi i sessi le Regioni del Sud presentano i tassi più alti soprattutto nell'ultimo periodo. Nel 2023 nel sud il tasso standardizzato è pari a 223,46 negli uomini e 78,29 nelle donne. Relativamente al 2023 la Valle d'Aosta presenta il tasso standardizzato più alto sia per gli uomini sia per le donne; a seguire la Calabria, sia per gli uomini che per le donne.
Sul fronte della mobilità sanitaria, per l'intervento di bypass aortocoronarico l'analisi della mobilità per macro-aree territoriali nel Sud comprese le Isole sono presenti livelli sempre più elevati con la Calabria che presenta tassi molto più elevati rispetto alla media nazionale in tutto il periodo analizzato con un trend in diminuzione fino al 2019 (da 31,9% nel 2010 a 14,6% nel 2019) e una crescita importante iniziata nell'anno pandemico e continuata nei due anni successivi (29,5% nel 2023).
Sul fronte della mortalità, negli uomini del Sud i valori nel 1980 erano leggermente inferiori alla media mentre nel 2021 risultano superiori (362,17), mentre le donne del Meridione hanno sempre presentato un tasso di mortalità per malattie del sistema circolatorio superiore alla media.