È emergenza

In Calabria mancano i medici di famiglia: in tre anni 407 in meno. E chi resta è assediato da frotte di assistiti

I dati sono contenuti nell'ultimo report stilato da Agenas. Nella nostra regione l'88% ha superato i 27 anni di servizio. Il 20% dei camici bianchi ha più di 1.500 pazienti. Poche borse di formazione e le previsioni per il futuro sono ancora con saldo negativo

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di Luana  Costa
3 giugno 2023
06:28

C’è una emergenza nell’emergenza nel sistema di assistenza territoriale. A certificarlo è Agenas che nell’ultimo report stilato sui medici di medicina generale annovera la Calabria tra le tre regioni con il maggior numero di assistiti per medico di famiglia: in media 1.432. Si piazza terza in Italia dietro rispettivamente alla provincia autonoma di Bolzano (1.494) e la Lombardia con in media 1.450 assistiti per medico di famiglia.

Emorragia di camici bianchi

L’agenzia elabora i dati relativi all’annualità 2021 (forniti dal ministero della Salute) mettendoli in correlazione con le annualità precedenti. Quel che emerge in tutte le regioni d’Italia, e la Calabria non fa eccezione, è una progressiva emorragia di camici bianchi dal servizio assistenziale. Per restare ai dati, la Calabria dal 2019 al 2021 ha perso per strada 407 medici di famiglia. Si passa in tre anni da 1.496 unità alle 1.089 del 2021. Nello stesso arco temporale sono andati in pensione senza essere sostituiti 69 pediatri.


Futuro a tinte fosche 

Un dato che, tuttavia, non migliora in prospettiva futura. Agenas ha, infatti, elaborato una proiezione sui medici di medicina generale in uscita e in ingresso nel sistema sanitario al 2025 da cui si evince come in Calabria il saldo resti ugualmente negativo. In quell’anno – secondo i dati forniti dalla Fimmg – saranno 370 i camici bianchi a compiere il 70° anno di età mentre solo 318 quelli prenderanno servizio, sulla base dei posti disponibili delle borse per la formazione nel triennio 2022/2025. Con un saldo che resta negativo, pari a - 52 unità. 

La formazione dei medici

Ovviamente, si tratta solo di una proiezione che non tiene conto del numero di medici che annualmente lasciano la professione e che, al contrario, ipotizza il massimo di copertura delle borse di formazione disponibili. Il saldo potrebbe, dunque, peggiorare. Una tendenza che con ogni probabilità è anche un riflesso del numero di borse messe a disposizione per la formazione dei medici. A titolo d’esempio, dal 2014 al 2017 sono solo 22 per la Calabria. Nel 2018 sono 64, scendono a 60 nel 2019 e fino a 29 nel 2020 per poi tornare ad aumentare nel 2021 (108) e nel 2022 (121).

Categoria in affanno

L’effetto prodotto non è solo un evidente calo del numero dei medici ma anche un progressivo “invecchiamento” della categoria. Il dato che più impressiona è infatti quello riferito al numero di medici in servizio in relazione all’anno di anzianità di servizio: in Calabria su 1.089 camici bianchi attivi ben 962 hanno oltre 27 anni di attività, l’88% mentre in Italia il dato si assesta sul 75%. Solo cinque hanno un’anzianità di servizio da 0 a 6 anni, undici da 6 a 13 anni, tredici da 13 a 20 anni e 98 ha tra i 20 e i 27 anni di servizio.

Medici in burn out

Gli ultimi due dati forniscono la misura del superlavoro a cui i medici di famiglia sono sottoposti e che si concentra maggiormente sulle spalle dei più anziani. In Calabria 762 hanno in carico ciascuno più di 1.500 assistiti mentre il contratto prevede, salvo eccezioni, che ciascun medico di medicina di base possa assistere al massimo 1.500 pazienti. Nella nostra regione circa il 20% supera questa soglia.

 

Giornalista
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