Un solo incarico su 42 posti vacanti. Il sindacalista commenta la scarsa adesione all’assegnazione delle zone carenti in provincia: «Il vero problema è l’Accordo integrativo regionale fermo al 1997 e mai aggiornato»
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«Con delibera n. 873 del 15/9/2025 l'Asp di Catanzaro ha conferito incarico a tempo indeterminato in regime di convenzione al collega F. Baldo che prenderà servizio presso la Pet di Chiaravalle Centrale». Lo si legge in una nota diffusa da Saverio Ferrari, delegato Smi dell’Asp di Catanzaro.
«Un posto coperto su 42 messi a bando anche se i posti vacanti sono almeno 48/50 in tutta l'Asp» spiega il medico del 118 in riferimento alle procedure indette dalla Regione Calabria per la copertura delle zone carenti. «Cosa si aspettasse di più la suddetta Asp, ma lo stesso discorso vale per le altre quattro Asp calabresi, è veramente difficile da capirsi visto che anche le precedenti zone carenti nel corso degli ultimi anni sono sempre andate sostanzialmente deserte!
La verità è che si bandiscono tali zone in tutte le Asp calabresi per dovere d'ufficio e magari per giustificarsi in caso di necessità, di possibili azioni legali da parte di chi viene soccorso con notevole ritardo (ormai gli 8 minuti in area urbana ed i 20 in area extraurbana sono nella stragrande maggioranza un ricordo sbiadito dal tempo!) o addirittura per niente.
Così da poter dire: "Io ho pubblicato le zone carenti ma nessuno s'è presentato". Stop! Amen e si va avanti senza il minimo rossore!
Il perché accada tutto ciò è noto ormai a tutti e lo SMI lo denuncia da anni ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. In questo caso il sordo, anzi i sordi, sono la Regione Calabria, il commissario/presidente On. Occhiuto e la inesistente Azienda Zero capitanata dal dottor Miserendino i quali ignorano tranquillamente tale servizio ormai ridotto nella stragrande maggioranza dei casi ad un semplice trasporto di carne umana dal territorio al pronto soccorso più vicino al luogo dell'intervento.
Fatto incontestabile, pura verità che comunque attende eventuale smentita anche da parte di qualche consigliere regionale male informato sui fatti che giornalmente accadono sul territorio calabrese e che magnifica i tempi di intervento e la gestione di tale servizio. Una vergogna che grida vendetta, ignorata non solo dai suddetti protagonisti ma da tutti gli altri soggetti istituzionali che dovrebbero avere a cuore la salute dei propri concittadini a cui poi chiedere il voto durante le varie campagne elettorali. Quindi sindaci, consiglieri comunali, provinciali e regionali.
Allora qual è il problema che determina questo sfascio sanitario? Presto detto! È l'Air (accordo integrativo regionale) fermo praticamente al 1997! Tale accordo scritto sicuramente male e mai corretto è stato interpretato diversamente dalle cinque Asp per cui in pochi anni si è avuta una diaspora di decine di medici che giustamente hanno pensato a tutelare innanzitutto la certezza del loro stipendio. Purtroppo il concetto vigente nella testa dell'essere umano è sempre lo stesso: "Io sto bene per cui non ho bisogno".
È un gravissimo errore ma lo Smi augura sempre lunga vita e buona salute anche ai calabresi "potenti" magari più fortunati nel poter eseguire qualche intervento programmato ma per il resto sarebbe meglio capire che "l'emergenza può essere cappello di tutte le teste". Allora quale potrebbe essere la soluzione se veramente si volesse mantenere la figura del medico sull'ambulanza del 118? Riscrivere l'Air in maniera chiara (e qui anche i sindacati dovrebbero essere meno distratti) con un riconoscimento economico e di carriera a chi tra i medici volesse eventualmente intraprendere questa carriera utilissima, direi indispensabile per il bene comune ed affascinante per chi la pratica.
Ma la politica calabrese vuole la figura del medico sull'ambulanza? L'attuale presidente/commissario sembra di no, se si considerano i fatti degli ultimi quattro anni! Dottore Tridico lei ed i suoi candidati avete un pensiero sul 118? Vi va bene così? I calabresi attendono».