Sono circa 500 i cittadini che si ritroverebbero senza assistenza territoriale. L’alternativa più plausibile è passare con il dottore di Acquaro che però dista una decina di chilometri. La protesta di un pensionato: «Disposto a occupare il Comune»
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È un piccolo centro dell’entroterra vibonese, ma da ieri il malcontento dei cittadini di Melicuccà di Dinami si fa sentire forte e chiaro. La comunità è in allarme dopo la notizia del trasferimento della dottoressa Cristina Fortunata Zurzolo, medico di base da anni punto di riferimento per decine di famiglie del posto, ora assegnata ad altra provincia.
«Oggi era il suo ultimo giorno - racconta Francesco Di Masi, pensionato di 73 anni –. E da domani? Non sappiamo a chi rivolgerci».
Un interrogativo che accomuna circa 500 pazienti rimasti senza assistenza medica di base. «Non sappiamo dove andare – prosegue Di Masi –. Le opzioni sono due: passare al medico di Acquaro, ma dista dieci chilometri di strade tortuose e dissestate. L’altro è a Tropea, cinque più lontano. Siamo anziani, molti di noi senza mezzi. Per raggiungere il medico dovremmo chiedere un passaggio ad amici o parenti, e tanti hanno i figli emigrati. Oppure dobbiamo pagare qualcuno per accompagnarci».
Una situazione che rischia di trasformarsi in emergenza sanitaria per i residenti, in gran parte anziani e affetti da patologie croniche. «Io ho problemi oncologici – spiega ancora il pensionato –. Ho bisogno di vedere il medico spesso. Qualche dottore manda le ricette via Whatsapp, ma io ho bisogno del contatto diretto».
Secondo quanto riferito dai cittadini, la dottoressa Zurzolo avrebbe comunicato in via informale la possibilità che un altro medico venga a Melicuccà una volta a settimana. «Troppo poco – lamenta Di Masi –. Già dovevamo accontentarci di tre giorni su sette. Ora, uno solo sarebbe inaccettabile».
La popolazione si dice inoltre delusa dal silenzio delle istituzioni. «Ci sentiamo inascoltati dal Comune – continua Di Masi –. Abbiamo parlato anche con il sindaco, ma nulla è cambiato. Fino a due anni fa c’erano due medici, poi uno solo. Adesso neanche quello».
Un malessere che rischia di sfociare in una protesta clamorosa. «Se nessuno ci darà soluzioni, sono disposto ad occupare il Comune. Qui moriamo. Non è solo la mia protesta: è la protesta di tutti gli anziani come me».
Intanto, cresce la preoccupazione per i prossimi giorni. I cittadini si appellano all’Asp di Vibo Valentia e alle autorità competenti affinché venga garantita al più presto la continuità assistenziale. «Melicuccà – dicono – non può restare senza medico. Non possiamo essere dimenticati».



