«Un open day per parlare alle mamme e accoglierle in questo reparto, un incontro in cui parlare di movimento in gravidanza, di allattamento al seno e di alimentazione complementare, ma anche di massaggio infantile. Tutte tematiche – spiega l’ostetrica Amalia Allevato - che per le mamme sono essenziali per gestire la gravidanza ma anche il post parto». È questo, in sintesi, ciò che è avvenuto nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Cetraro, nel corso della Giornata mondiale dell’Ostetrica, datata 5 maggio.

Oltre alle future mamme della costa tirrenica, le operatrici sanitarie del reparto, diretto dal dottore Bruno Tucci, hanno incontrato anche i futuri papà, insegnando loro manovre pratiche per vivere il periodo della gravidanza in modo sereno.

Oggi è la giornata mondiale dell'Ostetrica e noi siamo andati al punto nascita di Cetraro per documentare un evento dedicato ai futuri genitori della costa tirrenica.

Un dolore mai sopito

Ogni singolo passo in avanti, per questo reparto, è una doppia gioia che prova a lenire il dolore di una tragedia che l’ha segnato per sempre. All’alba del 17 luglio 2019, la 37enne Santina Adamo, per tutti Tina, morì tre ore dopo aver dato alla luce il suo secondo figlio. L’autopsia confermò la diagnosi dei medici, emorragia uterina massiva, ma la procura di Paola aprì un’indagine per accertare eventuali responsabilità sanitarie. L’unico dato incontrovertibile di quella notte è che nell’emoteca dell’ospedale c’era una sola sacca di sangue e quando la paziente si sentì male, gli operatori sanitari furono costretti a reperire la sostanza ematica nel centro trasfusionale più vicino, quello dell’ospedale di Paola. Me nei minuti necessari per espletare l’iter e consentire all’incaricato di fare ritorno in nosocomio con la sostanza ematica, Santina spirò, lasciando il marito Marco, un bimbo di pochi anni e il pargolo che aveva appena messo alla luce. Una tragedia immane che tra queste stanze ha lasciato una cicatrice insanabile. La conseguenza fu la sospensione immediata del reparto, l’unico punto nascita di tutta la costa tirrenica cosentina, poiché le ispezioni rilevarono criticità organizzative e strutturali che non consentivano il prosieguo delle attività. Chiuso il 5 agosto di quell’anno, è stato riaperto soltanto nel giugno scorso.

Una nuova pagina

Oggi, dopo anni di lavori e riorganizzazione, il reparto può considerarsi sicuro, anche grazie al sacrificio della giovane Tina. Ne è sicuro il dottore Bruno Tucci, direttore del reparto: «Sì, è un reparto assolutamente sicuro, anche in considerazione del fatto che la gestione del sangue è stata affidata a noi al cento per cento, non soltanto per questo reparto di Ostetricia e Ginecologia, ma addirittura per tutto il presidio ospedaliero. Qui, la sicurezza è quella di poter garantire un intervento immediato nella patologia più preoccupante, che è l'emorragia nel post partum».

Poi continua: «Ringrazio tutti quelli che mi onorano della loro stima e mi indicano come la persona che ha fatto rinascere questo reparto, ma non è così. Io, da solo, non avrei potuto fare assolutamente nulla senza la collaborazione del personale ostetrico, di tutti i collaboratori medici che afferiscono a questa struttura, di tutto il personale tecnico e soprattutto – conclude - senza il supporto dell'azienda ospedaliera di Cosenza».