La deputata leghista torna sul cavallo di battaglia che porta avanti ormai da anni: «Una realtà che muove in questi giorni i primi passi». E sulle terapie digitali spiega: «La legge sta per passare in Parlamento»
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Una sanità che possa snellire le liste d’attesa e aiutare soprattutto chi è lontano dai centri nevralgici. Non male per una provincia come quella cosentina, da sempre in mezzo al dibattito sulle problematiche causate dall’assenza di infrastrutture e di ospedali di prossimità. Così l’idea è quella di avere una realtà attiva 365 giorni l’anno per permettere le cure a tutti. L’ospedale virtuale di Cosenza prende sempre più forma, con il sogno di Simona Loizzo, deputata della Lega, che sembra essere vicino a diventare realtà.
«Insieme ad Agenas e al Ministero della Salute presentiamo il progetto agli Stati Generali della medicina digitale – spiega l’onorevole del Carroccio ai nostri microfoni poco prima che inizino gli interventi dell’evento svoltosi nell’Aula Magna dell’Unical – ed è un grande giorno non solo per Cosenza, ma per tutta la Calabria. L’ospedale virtuale arriverà qui dopo Viareggio e Como e sperimenterà le tariffe di telemedicina approntate da Agenas».
Ma in cosa consiste l’ospedale virtuale di Cosenza? «Abbiamo dato tre indicatori per selezionare i pazienti: il diabete, le prestazioni in telecardiologia e, con una novità, l’impatto delle malattie neuropsichiatriche nella prima infanzia». Ma non solo la Calabria o i centri più remoti: l’ospedale virtuale è un modo per aiutare anche le piccole isole, tanto che agli Stati Generali erano presenti i sindaci di cinque realtà «che utilizzeranno il format di Cosenza per gestire gli ospedali virtuali»
Legge sulla telemedicina, secondo Loizzo «finalmente ci siamo»
La stessa Loizzo prosegue parallelamente anche un’altra battaglia, quella per le terapie digitali. Un progetto che già è in vigore in Francia, Germania e Belgio e che mira soprattutto alla prevenzione: «La legge sta per passare in aula. Abbiamo completato – spiega la deputata ai nostri microfoni – tutti i passaggi e credo nei primi di gennaio se ne discuterà in aula. Le terapie digitali sono importantissime perché rappresentano l’alternativo al pharma, sono gestite da algoritmo e riguardano soprattutto le malattie neuropsichiatriche ed endocrine, come il diabate, che possono essere gestite a distanza».
La possibilità, dunque, che ci siano già nel 2026 è alta: «Per far sì che ciò avvenga nei tempi previsti – spiega in conclusione Loizzo – abbiamo stanziato un fondo del Ministero dell’Industria e del Made in Italy cosicché le start-up di tutta Italia possano essere sperimentate». Una cura a distanza, disponibile ogni giorno, che servirà dunque a fare da supporto per quei centri lontani in cui la cura rischia di essere problematica.


