La sanità calabrese sbarca a Bruxelles. Lo fa attraverso una lettera che l’eurodeputato Sandro Ruotolo del Pd ha presentato a Olivér Várhelyi, Commissario europeo per la Salute e il Benessere degli animali. L’obiettivo è quello di far venire in Calabria una delegazione del parlamento europeo per analizzare la particolarissima situazione del nostro comparto.

L’idea nasce da una proposta avanzata da Carlo Guccione durante la due giorni di dibattiti sul Sud organizzati a Siderno lo scorso week end dal partito Democratico e conclusi dall’altro eurodeputato, Nicola Zingaretti che ha sposato l’iniziativa.

Ruotolo nella sua interrogazione ricapitola la situazione della sanità in Calabria ricordando che siamo commissariati dal 2010 ma nonostante questo la regione presenta i peggiori indicatori sanitari d'Italia: «Nel solo 2023, oltre 70.000 cittadini - scrive Ruotolo - sono stati costretti a curarsi fuori Regione, generando una spesa per mobilità sanitaria passiva superiore ai 300 milioni di euro. Gli indicatori di prevenzione sono tra i più bassi d’Italia: appena il 6,1% della popolazione ha effettuato il test per il sangue occulto nelle feci (media nazionale 34,9%), solo il 16,4% ha fatto una mammografia (Italia 55,4%) e appena il 27,2% ha avuto accesso a Pap test o HPV. I tempi medi di risposta delle ambulanze superano i 27 minuti, ben oltre lo standard nazionale di 18. L’indice di speranza di vita in buona salute è fermo a 55,4 anni, contro una media nazionale di oltre 60. La Calabria ha il più alto tasso di mortalità infantile in Italia. e un bambino che nasce in Calabria ha 4 anni in meno di aspettativa di vita rispetto a qualsiasi altra regione italiana».

Altro grave problema riguarda proprio le risorse europee, in particolare quelle previste dalla Missione 6 del PNRR, «nessuno dei progetti di ospedali di comunità è stato completato, e oltre il 40% delle strutture previste è a rischio target. In queste condizioni, il sistema sanitario calabrese non è in grado di garantire i livelli essenziali di assistenza».

Infine nella lettera Ruotolo ricorda quanto denunciato pubblicamente dal Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, secondo cui «l’intero sistema sanitario calabrese è oggi ad alto rischio di condizionamento da parte di reti criminali. Le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, la cronica assenza di trasparenza e la solitudine operativa delle prefetture chiamano a gran voce un intervento nazionale e, a nostro avviso, europeo. A conferma della gravità della situazione, due Aziende sanitarie provinciali – quella di Reggio Calabria e quella di Vibo Valentia – sono state commissariate per infiltrazioni mafiose».

Alla luce di tutte queste considerazioni Ruotolo dice che l'Unione europea non può restare inerte di fronte a una simile violazione sistemica del diritto alla salute, aggravata da dinamiche di criminalità organizzata e fallimenti istituzionali pluridecennali.

Le proposte riguardano la possibilità di attivare una procedura di monitoraggio rafforzata sull'uso dei fondi europei destinati alla sanità in Calabria; di promuovere, in raccordo con le autorità italiane, un'iniziativa straordinaria nell'ambito del programma EU4Health, per supportare la capacità amministrativa e garantire l'accesso universale alle cure essenziali.

Una proposta che verrà rilanciata dal Pd anche attraverso una serie di iniziative pubbliche che si terranno sia in Calabria sia a Bruxelles.