Né due giorni fa, né il precedente giovedì il Consiglio dei Ministri ha assunto provvedimenti sulla sanità calabrese. Per ora nessun intervento dal Governo per risolvere lo stato di vacatio determinato dalle dimissioni dell’ex presidente della Regione, Roberto Occhiuto, anche dal ruolo di commissario ad acta. Le attività previste nell’ambito del piano di rientro volte al risanamento della sanità calabrese sono rimaste congelate da allora.

Rischio ineleggibilità 

Da quando, a metà agosto, il governatore ha rimesso il mandato per evitare di incorrere in una condizione di ineleggibilità in caso di rielezione alla guida della Cittadella. Da un mese, dunque, anche le attività dei sub commissari sono paralizzate. Nessun dca può essere licenziato dalla struttura commissariale senza la firma del commissario ad acta, ruolo di vertice al momento rimasto vacante né surrogabile da alcuno a meno di un intervento diretto da parte del Governo.

Nessun provvedimento dal Cdm

Né il Consiglio dei Ministri di ieri, né quello convocato la scorsa settimana ha assunto provvedimenti in merito: la nomina di un commissario ad acta o eventualmente una delega alle funzioni ad uno dei due sub commissari, Iole Fantozzi o Ernesto Esposito.

Il precedente Scopelliti

Un caso simile, ad esempio, si è già avuto nel 2014, a seguito delle dimissioni dell’ex presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, che all’epoca ricopriva anche il ruolo di commissario ad acta. Dopo mesi di vacatio il Governo nominò Luciano Pezzi - che all’epoca già ricopriva il ruolo di sub commissario - commissario ad acta in sostituzione dell’ex governatore e fino all’insediamento del nuovo presidente per dare continuità alle azioni del piano di rientro.

Sanità congelata

Per ora, dunque, la sanità calabrese resta congelata. L’ultimo dca adottato dalla struttura commissariale risale al 6 agosto, a prima della pausa ferragostana e alla decisione poi del governatore di dimettersi per inseguire la seconda elezione al decimo piano della Cittadella.