In cinquemila, forse di più, hanno seguito il concerto del pianista, cantante e autore Matthew Lee, in Piazza San Francesco di Campora San Giovanni, nota frazione turistica del Comune di Amantea sul Tirreno cosentino. E il giovane musicista pesarese, Matteo Orizi il vero nome di battesimo, un talento unico al mondo sui tasti del suo pianoforte, non ha deluso, anzi ha letteralmente sbalordito il numerosissimo pubblico che gli ha tributato lunghi applausi e gli ha urlato continui complimenti. Un successo al di là di ogni previsione per un concerto di altissima qualità insolitamente inserito in Festeggiamenti Patronali, come quelli per San Francesco di Paola organizzati dalla Parrocchia di San Pietro Apostolo, in collaborazione con Fatti di Musica, il Festival del Live d’Autore ideato e diretto da Ruggero Pegna giunto alla trentanovesima edizione.

L’esibizione di ieri sera ha premiato le migliaia di persone accorse da varie località della regione ma, soprattutto, il coraggio del parroco don Francesco Sprovieri e dell’intero comitato feste, soddisfattissimi a fine serata. «Non era semplice condividere una proposta di assoluto spessore artistico per un evento popolare di una classica festa patronale calabrese – afferma Ruggero Pegna – ma eravamo tutti certi che la bravura di Matthew avrebbe ottenuto un unanime consenso, grazie al talento, al carisma e al suo virtuosismo al pianoforte davvero unico al mondo».

Un concerto convincente e apprezzato che ha trattenuto tutti senza fiato per oltre due ore, travolti dall’energia del suo rock’n’roll e dalle evoluzioni sui tasti bianchi e neri del suo amato strumento. A termine, in centinaia lo hanno atteso per foto e autografi sul suo ultimo cd e lui, con grande generosità, si è reso disponibile fino all’ultimo fan. Bravissimi, affiatatissimi e altrettanto scatenati, i musicisti che lo hanno accompagnato: Lorenzo Assogna chitarra elettrica, Giuseppe Tortorelli batteria, Daniele Raffaelli basso elettrico.

L’energia di questo fenomeno del pianoforte e il suo rock’n’roll hanno stregato ancora una volta con brani originali e classici leggendari del genere, oltre a rivisitazioni di grandi successi e improvvisazioni che hanno spaziato fino a pezzi storici della musica classica, il suo primo amore ai tempi del conservatorio. Virtuosismo, simpatia, una voce possente e perfino numeri di acrobazia pianistica, sono stati gli ingredienti di un concerto coinvolgente, adrenalinico e festoso. Non sono mancati i numeri strappa ovazioni al pianoforte, suonato con piedi, gomiti, da sotto la tastiera e perfino di spalle, steso sullo strumento.

Artista unico e folle nel panorama della musica dal vivo internazionale, ha stupito un pubblico di tutte le età, dai più giovani ad anziani, magari arrivati per curiosare. Uno dietro l’altro sono arrivati tutti i sui cavalli di battaglia, tra cover e inediti, a cominciare dalla rilettura dell’intramontabile Nel blu dipinto di blu, a L’isola che non c’è di Edoardo Bennato, fino a pezzi mitici di Elvis Presley e alla magnetica Honky Tonk Train Blues di un mostro al pianoforte come Keith Emerson. Momento clou dello show, un medley stupefacente in cui ha racchiuso pezzi celeberrimi di musica classica, rock, pop, jazz, fino ai successi dei suoi sette album, primi fra tutti quelli del suo ultimo Rock’n’love.

Durante il concerto Matthew Lee ha raccontato un po’ di aneddoti della sua vita e di una carriera che lo ha visto subito esibirsi in tutta Europa, suonando persino prima di artisti del calibro di Van Morrison e Tom Jones. Definito dalla stampa inglese come “The Genius of Rock’n’Roll", non si è lasciato solamente ammaliare dalla prospettiva di una grande carriera artistica, laureandosi pure in giurisprudenza. Da neo dottore, però, piuttosto che recarsi in un tribunale, è volato negli Stati Uniti, debuttando al “Cincinnati Blues Festival” al fianco di grandi nomi del blues americano. Sono seguite tournée in tutto il mondo, dalla Russia agli Emirati Arabi, Cina e pure in Africa. Sui social ha grande seguito, e sono ormai famose le sue improvvisazioni al pianoforte negli aeroporti e nelle stazioni, tanto che l'aeroporto di Bruxelles lo ha nominato Ambasciatore dell'aeroporto Charleroi, dove spesso si ferma in occasione delle trasferte all’estero.