«La cosa più bella è spostarsi di centinaia di chilometri e trovare piazze piene di persone che conoscono i brani, è la parte più bella di quello che stiamo facendo, il fatto che ci sia qualcuno che sta capendo il nostro viaggio, che lo stia facendo insieme a noi». E' tornato con la sua musica Tatho Callipari, con più grinta che mai. Il cantautore soveratese che da qualche anno si è affacciato sulla scena musicale riscuotendo sin da subito grande apprezzamento di pubblico, ha dato alla luce due nuovi singoli "duva si" e "meridionali", anche questi destinati a diventare dei veri tormentoni.

Sono usciti da poco, incontrando subito grande apprezzamento di pubblico, i due nuovi singoli del cantautore soveratese Tatho Callìpari, che ancora una volta racconta il forte legame con la terra d'origine.

La Calabria in musica


«Abbiamo voluto unire due singoli, cosa che discograficamente non si fa mai - spiega - lo abbiamo fatto soltanto per il pubblico che ci sta sostenendo e che ha fame di musica, sia nelle piazze che con gli ascolti ci sta dando una spinta molto importante». Ancora una volta la Calabria è la protagonista indiscussa dei brani di Tatho, un amore viscerale tra le note delle sue canzoni, lo stesso che l'ha indotto a lasciare Milano per ritornare a casa qualche anno fa: «Ho rimesso Soverato all'interno di "duva si" ma per me è molto importante anche allargare il concetto della terra e delle radici, non soltanto legato al concetto della Calabria ma arrivando a tutti i meridionali che vivono questo momento di unione».

Il sogno di Tatho

Una fase di sperimentazione che sta dando i suoi frutti: «"Duva si" è un brano dalle sonorità cubane con delle parole spagnole all'interno, "Meridionali" invece è un brano con una cornamusa, musica elettronica, house della bassa Olanda. E non vedo l'ora di far sentire a tutti i prossimi brani che usciranno tra non molto». In attesa quindi delle prossime novità, tra un'esibizione di piazza e l'altra, ci si gode il successo del momento: «Quello che stiamo vivendo è un sogno, non trovo altri termini per spiegarlo. Ovviamente l'ambizione è crescere: ora siamo briciole, sperando di diventare crostini - conclude sorridendo - e poi chili di pane e chissà, sempre più in grande».