Sono stati giorni tesi in casa viola, dove sono arrivate anche diverse rescissioni tra i giocatori. Non si è fatta attendere la reazione del tecnico alle parole del presidente: «L'aggredito sono io»
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Certamente è stata una settimana in cui sono successe tante cose in casa Gioiese. La compagine viola, oltre a dover risalire la china nel campionato di Eccellenza, ha dovuto far fronte a diversi cambiamenti tra rescissioni con diversi giocatori e l'esonero del tecnico Claudio Tuoto. Nel pomeriggio di giovedì, inoltre, il presidente Nicola Pulimenti ha voluto fare chiarezza su alcuni aspetti attraverso una conferenza stampa straordinaria.
La versione di Tuoto
Ecco, innanzitutto, la verità del tecnico Claudio Tuoto: «Innanzitutto i giocatori sono andati via perché li ha portati la società nelle condizioni di farlo, non avendo la serenità giusta. Inoltre molti attendevano le rispettive spettanze che non sono arrivate e di conseguenza lo scorso martedì 21 ottobre, nella settimana successiva la sfida di Brancaleone e quella precedente l'impegno contro la Rossanese, hanno deciso di non allenarsi. In quelle stesse circostanze, il presidente Nicola Pulimeni ha indetto una riunione collettiva ma senza informare me e altri giocatori come Tuoto e Chiappetta. Alla fine della stessa, sempre Pulimeni ha voluto che la squadra parlasse con me, e lì mi è stato detto dai ragazzi che non condividevano il mio modo di operare e preparare le partite. Fermo restando che ogni allenatore ha una sua metodologia di allenamento, il suo tentativo si è rivelato un boomerang perché successivamente i ragazzi mi hanno avvicinato e chiesto scusa, affermando che li aveva portati la società ad andare contro di me».
Il tecnico ripercorre poi l'inizio di stagione: «Non capisco le critiche societarie dal momento che l'inizio stagionale è stato positivo, senza dimenticare che non abbiamo un campo e siamo stati costretti a giocare le partite in casa addirittura al Marzano di Vibo Marina. Perdiamo la partita inaugurale contro il Praiatortora che è l'attuale capolista, poi pareggiamo in casa della DB Rossoblù costruita per vincere il campionato e poi vinciamo contro lo Stilomonasterace che, fino a quel momento, era la squadra più in forma del torneo. Sono seguiti poi i pareggi contro Cittanova e Brancaleone ma, nonostante questo, vengono aspramente criticato e guarda caso i giocatori che sono stati mandati via sono gli stessi che mi hanno sostenuto».
La questione stipendi
Lo stesso Tuoto si sofferma poi sulle spettanze: «Anche io aspetto qualche mensilità, ma ogni giorno ho ugualmente fatto più di un'ora e mezza di viaggio. Ho ricevuto solo un rimborso spese antecedente la firma. Il calciatore Giuseppe Tuoto non si è visto rispettare gli accordi contrattuali previsti e come lui anche altri. Inoltre molti calciatori volevano andare via come, per esempio, Giannaula ma è poi rimasto dopo varie rassicurazioni. Se poi l'attaccante, che aveva promesse dal Molise, doveva andare via avevo chiesto quantomeno un giocatore di pari livello perché per me Giannaula era fondamentale».
L'ex allenatore viola parla poi della gestione dei giocatori: «Qualche settimana fa, come al solito, mando la lista dei convocati e tra essi era presente anche Ozawje che era rientrato dall'infortunio. Dopo che mando la lista, però, mi viene detto dalla dirigenza che era stato messo fuori rosa ma a me non era stato detto nulla. Il motivo era perché secondo il presidente Pulimeni non aveva minutaggio nelle gambe. Insomma, voleva mettere voce su tutto e tutto doveva passare da lui, come quando mi è stato chiesto di far giocare un giocare piuttosto che un altro. Io però non sono il pupazzo di nessuno».
Le presunta aggressione
Claudio Tuoto tiene anche a precisare la questione della presunta aggressione verbale che lui avrebbe fatto al patron viola: «Non c'è mai stata, semmai sono stato io quello aggredito. Dopo avermi informato dell'esonero, mi è stato detto di andare al campo a salutare i ragazzi ma, una volta arrivato, sempre Pulimeni mi invita aggressivamente di lasciare il campo, accompagnato da un suo dirigente anch'esso non proprio amichevole. Sugli spalti però c'erano alcuni tifosi che, vedendomi in difficoltà, si sono fiondati per sostenermi e di questo non posso che ringraziare infinitamente la tifoseria viola che ha sempre capito la situazione e questa per me è la risposta più bella. Nel frattempo la squadra finisce l'allenamento e ogni giocatore decide di salutarmi singolarmente. Mentre parlo con il gruppo, a un tratto mi vedo arrivare i carabinieri e dunque ho dovuto lasciare il rettangolo di gioco. Sono stato trattato senza alcun rispetto».
La versione di Pulimeni
Completamente opposta, invece, la versione del patron viola, Nicola Pulimeni che ricostruisce con trasparenza l'intera vicenda che sta attanagliando il blasonato club della Piana: «Dopo una lunga analisi, a inizio stagione, si è deciso per l'ingaggio di Claudio Tuoto. Stando a quello che mi avevano detto alcune persone che lo conoscevano, pensavo che sarebbe stato all'altezza e che tutto sarebbe andato per il meglio. Andando avanti, però, mi sono reso conto che le cose non sono andate come speravo dal momento che lo spogliatoio non era unito».
E ancora: «Prima dell'ultima gara di Paola la rosa era completa ma i risultati non hanno rispecchiato le attese. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata proprio dopo quella sfida dal momento che lo stesso Tuoto mi ha attribuito la colpa del fatto che mancavano diversi giocatori come Tuoto, Chiappetta, Magli e Giannaula ma di questi l'unico che giocava con regolarità era Giannaula. Quanto alla separazione con questi quattro giocatori, pesavano sulle finanze circa 40mila euro ma a parte Giannaula, che era l'unico veramente valido, gli altri non hanno reso secondo le aspettative».
La spaccatura dello spogliatoio
Il numero uno viola fa poi chiarezza sulla posizione del gruppo: «Vengo chiamato la sera prima dal capitano che mi comunicava come l'allenatore, per la squadra, non era più persona gradita. Io però ho subito bloccato tutto perché, ho detto, era giusto parlarne davanti al mister. Il problema, più che altro, è stato che per una debolezza societaria non ho avuto la forza di esonerarlo in quel momento, sia perché volevo trovare un metodo meno invasivo e sia perché volevo trovare una soluzione insieme a lui. Inoltre alcuni ragazzi, tra cui Giannaula, hanno riferito al mister che l'operazione contro di lui è stata una mia iniziativa, cosa assolutamente falsa».
Pulimeni conclude con il capitolo aggressione: «Quanto all'aggressione, se è convinto di quanto dice sporga querela. Il messaggio di andare a salutare la squadra era stato mandato via chat prima che lui cominciasse a inveire in vari modi verso di me e da lì si interrompe la conversazione. Così senza preavviso si presenta prima in ufficio e poi al campo, nello sgomento generale di noi presenti. Quando mi accorgo che si dirige verso il rettangolo di gioco e cercando di mettermi contro alcuni tifosi, gli chiodo di allontanarsi e lui, con aria arrogante, mi risponde che può fare quello che vuole ma io non sono caduto nelle sue provocazioni. È partito da da Cosenza solo per destabilizzante la squadra e mi sta creando più di un danno»

