Stasera a Bergamo la prima partita da ct azzurro dell’allenatore calabrese. Contro l’Estonia inizia la rincorsa Mondiale: «La differenza la fa il gruppo, non il singolo»
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La nuova Italia del calabrese Rino Gattuso debutta oggi a Bergamo contro l’Estonia. È la prima uscita ufficiale del nuovo commissario tecnico, che prende in mano una Nazionale reduce da due Mondiali mancati e dalla pesante eredità lasciata dalla debacle di giugno a Oslo sotto la gestione Spalletti.
«La storia dice che la voglia di lottare insieme fa parte del nostro Dna», ha dichiarato Gattuso ieri in conferenza stampa, richiamando quel “senso di appartenenza” che considera la base da cui ripartire. L’ex “Ringhio” del Mondiale 2006 sa però che non bastano cuore e sacrificio: servono gioco, risultati e vittorie per rimettere in carreggiata un movimento che da troppo tempo fatica a ritrovarsi.
Il ct non nasconde l’emozione: «Tempo di emozionarmi non ne ho. Forse, un minuto prima del via, all’inno, vedendo i miei genitori in tribuna o pensando a mia sorella… Ma ci aspetta un compito difficilissimo. Sono pensieri che non mi faranno dormire, più che le emozioni». Sul piano tecnico, Gattuso non si sbilancia: «I moduli sono solo numeri», ripete.
Probabile comunque una difesa a quattro, con Kean in attacco e un centrocampo guidato da Barella. «Con lui bisogna pedalare tutti – ha confermato il centrocampista dell’Inter presente in conferenza –. Se i risultati negativi si sono ripetuti con Mancini e Spalletti, significa che anche noi giocatori abbiamo sbagliato».
Alla vigilia, la notizia peggiore è stata l’assenza di Gianluca Scamacca. L’attaccante, fermato da un problema al ginocchio, salta la sfida proprio nella sua Bergamo e resta in dubbio anche per la trasferta di lunedì a Debrecen contro Israele. Un’assenza pesante, perché all’Italia da tempo manca proprio la facilità di andare in gol. «Ma non bastano gli uomini offensivi per segnare – frena Gattuso –. Ci vuole equilibrio, rispetto per l’avversario e la giusta mentalità. La differenza la fanno la testa, la fame, la capacità di pensare con una sola testa».
Il ct ha affrontato anche il tema della scarsità di talenti nel calcio italiano: «Non è vero che non ci sono. Il problema è che si gioca poco: niente più oratori, niente strada, e per una scuola calcio servono 500 euro solo per il kit».
Ora, però, i pensieri di Gattuso sono rivolti solo all’Estonia e alla necessità di raddrizzare subito la rotta azzurra. Poi toccherà a Israele, in una partita che si giocherà a porte chiuse a Debrecen, con lo sguardo già rivolto al ritorno del 14 ottobre a Udine. «Una partita alla volta», è il mantra del nuovo ct. La sua prima azzurra comincia oggi, a Bergamo.