La notizia che nelle ultime 24 ore ha catalizzato l’attenzione dell’Italia intera (e non solo) è la nomina di Rino Gattuso a nuovo commissario tecnico della Nazionale. L’annuncio ufficiale è arrivato nel pomeriggio di ieri, al termine di un vertice convocato dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, dopo l’esonero di Luciano Spalletti. Una svolta repentina e, secondo molti, poco ponderata. Il tecnico calabrese, originario di Schiavonea, guiderà gli Azzurri con l’obiettivo dichiarato di riportare l’Italia alla fase finale del Mondiale 2026. 

Una scelta accolta con reazioni contrastanti, che ha spaccato in due l’opinione pubblica e il mondo del calcio. Se da un lato c’è chi esalta la grinta e l’attaccamento alla maglia di Gattuso, dall’altro non mancano perplessità su esperienza e capacità di gestione in un contesto delicato come quello della Nazionale. «Rino è perfetto per qualsiasi ruolo», ha dichiarato Luca Toni, suo ex compagno nel trionfo mondiale del 2006. «Conosce l’ambiente, ha passione e sa come si vince». Toni è tra i più entusiasti, ma il coro non è unanime. Gianni De Biasi, tecnico con lunga esperienza internazionale, esprime una visione più cauta: «Gattuso ha carattere, ma non basta. Non è la panacea di tutti i mali. Bisognerà capire come saprà interfacciarsi con un gruppo che ha bisogno di chiarezza e continuità».

De Biasi solleva anche dubbi sull’eventuale coinvolgimento di figure come Prandelli e Bonucci nello staff: «La prima domanda che mi faccio è "ma a Rino andranno bene tutte queste persone intorno?" - incalza De Biasi - L'importante è che non siano persone di contorno solo per infiocchettare il regalo. Tante persone possono dare una mano ma possono creare anche confusione, con troppi galli nello stesso pollaio». Il tecnico veneto era stato indicato tra i "papabili" per la panchina azzurra: «Sinceramente non sono mai stato contattato dalla Federcalcio - aggiunge De Biasi  - Se la Federazione mi contattasse, sarei molto disponibile a dare dei consigli, vista che ho nove anni di esperienza come nazionale».

Sorpreso anche Roberto Donadoni, altro ex CT azzurro: «Sono contento per Gattuso. Essere ct della Nazionale è una cosa importante e grande per chiunque. Rino non ha magari una grandissima esperienza in questi termini, però è una persona collaudata». E ancora: «Conosciamo il temperamento, quello che fa un po' riflettere è come sia stato gestito l'ultimo periodo - aggiunge Donadoni  - Spalletti ancora in panchina senza la sconfitta in Norvegia? Dire così è un po' riduttivo e brutto. Programmare è una cosa diversa, mi hanno lasciato perplesso le modalità e le tempistiche». Sorpresa Gattuso commissario tecnico? «Per certi versi sì. L'immagine che tutti abbiamo del ct rimanda a un profilo un po' diverso, ad esempio il nome di Ranieri calzava in un certo modo. Bisogna recuperare il terreno perduto, perché gli altri continuano a crescere e noi rimaniamo indietro. Il passato non garantisce nulla, solo il presente può regalarci un futuro migliore».