Ci sono partite che non brillano per qualità, che sfuggono a ogni previsione tattica e che costringono una squadra a vestirsi di umiltà, sacrificio e puro pragmatismo. La Reggina vista contro l’Enna potrebbe appartenere esattamente a questa categoria.

Non sorprende, allora, che nel dopogara mister Torrisi abbia scelto parole nette, quasi crude nella loro sincerità, per raccontare un successo più pesante di quanto suggerisca il risultato: «Avevamo studiato l’Enna… se avessimo provato a giocare a calcio saremmo andati in difficoltà».

In questa frase c’è l’essenza dell’intera prestazione: niente estetica, niente romanticismi, nessuna illusione di controllo. Solo una partita preparata in modo chirurgico, costruita più per negare che per proporre. La Reggina ha rinunciato al palleggio, ha accettato la battaglia e ha scelto la via meno spettacolare ma più efficace: quella della concretezza. «Perché la fiducia aiuta gli audaci e noi… siamo stati audaci», ha spiegato Torrisi.

A Enna non serviva il bel gioco: serviva sopravvivere. E la Reggina lo ha fatto, con lucidità e un pizzico di coraggio cinico. Quello racchiuso in quella frase destinata a restare: «Meglio brutti, sporchi e vincenti».

È un’analisi lucida, che mette in evidenza soprattutto la consapevolezza: questa squadra non può permettersi leggerezze e sa che ogni dettaglio pesa. Alcune partite si vincono solo se si accetta di «sporcarsi le mani». La chiave, infatti, è stata soprattutto mentale: «Questa vittoria serve solo se si vince anche domenica prossima. La continuità è sempre mancata», ha ricordato il tecnico.

Il successo di Enna va oltre la classifica. Segna un punto di svolta perché la squadra ha risposto a un dovere morale verso la propria gente. Non è un caso che Torrisi abbia dedicato la vittoria alla Curva Sud: «Loro sanno perché». Un gesto che non è semplice rito, ma riconoscimento verso quei tifosi che nei giorni scorsi si erano presentati al Sant’Agata non per creare caos, ma per responsabilizzare la squadra, ricordando che la Reggina non è mai una questione qualunque.

L’immagine dei giocatori riuniti sotto il settore ospiti è forse il simbolo più forte della giornata: un patto ritrovato dopo settimane di tensioni e richieste di chiarezza. Contro l’Enna è arrivata una risposta concreta: una prestazione «brutta ma necessaria». In Serie D conta la sostanza: soffrire, adattarsi, azzannare. La Reggina lo ha fatto. E l’abbraccio finale è stato un «ci siamo» pronunciato con sincerità, il punto di partenza di un nuovo percorso fondato sul legame con la propria gente.

A Enna non ha vinto solo la Reggina, ma anche un rapporto che rischiava di incrinarsi. Una promessa mantenuta, o almeno avviata. Forse proprio da qui può davvero ripartire la stagione amaranto.

Intanto, accanto alla svolta mentale, prosegue la rivoluzione sul mercato per dare a Torrisi rinforzi adatti al suo pragmatismo. È stato trovato l’accordo, come riporta Alfredo Pedullà, con Leonardo Bevilacqua, esterno offensivo classe 2003, reggino doc. Salito alla ribalta anni fa per il passaggio alla Juventus — con il Barcellona sulle sue tracce — oggi si libererà dall’Angelana (Eccellenza umbra) per tornare a Reggio. La firma è attesa entro domani. La società spera inoltre di chiudere presto anche la trattativa con Enrico Zampa, mediano classe 1992 attualmente in forza a L’Aquila.

Nel frattempo, il club ha ufficializzato una nuova operazione in uscita. «AS Reggina 1914 comunica di aver raggiunto l'accordo per la risoluzione consensuale del contratto relativo ai diritti alle prestazioni sportive del calciatore Andrea Boschi». La società ha ringraziato il giocatore per la professionalità dimostrata, augurandogli le migliori soddisfazioni personali.