Il tecnico giallorosso analizza la prima sconfitta stagionale: «Bene l’approccio, ma siamo stati leggeri dietro e poco cattivi sotto porta. Serve alzare la tensione e la percezione del pericolo»
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A Monza arriva la prima sconfitta del Catanzaro in questa Serie B. Dopo sei pareggi consecutivi, la squadra di Alberto Aquilani cade 2-1 all’U-Power Stadium, al termine di una gara iniziata con coraggio ma chiusa con rimpianti. I giallorossi erano passati in vantaggio con una buona mezz’ora iniziale, ma hanno subito la rimonta dei brianzoli, più concreti e incisivi nella ripresa.
Nel post partita, l’allenatore del Catanzaro ha analizzato così la prestazione dei suoi nella consueta conferenza stampa.
«Abbiamo iniziato bene, fatto un buon primo tempo e giocato alla pari in un campo difficile», ha spiegato Aquilani. «Anche a inizio secondo tempo eravamo dentro la partita, abbiamo avuto tre o quattro palle dove dovevamo incidere meglio. Poi siamo stati leggeri in fase difensiva: su due cross, con la squadra schierata, abbiamo preso due gol evitabili. Dopo non abbiamo avuto la reazione che avevamo avuto altre volte».
Un calo mentale più che fisico, secondo il tecnico romano: «Ci sta un po’ di stanchezza e anche qualche problema psicologico. Abbiamo giocato due giorni fa, anche se avevamo cambiato quattro uomini. In altre partite, quando siamo andati sotto, abbiamo trovato quella spinta per recuperare, oggi no. E ci ha fatto assaporare quanto è brutto perdere».
Sul piano arbitrale, Aquilani non ha nascosto le perplessità sull’episodio che ha visto protagonisti Cisse e Birindelli: «Sinceramente non ho capito il giallo per Cissé. Birindelli dà una manata, poteva starci anche il rosso, ma ammonire anche il nostro giocatore non ha senso. Poi Birindelli fa assist e gol del 2-1: sono segnali che fanno capire che affrontavamo una squadra forte, difficile da raggiungere».
L’allenatore ha riconosciuto anche la qualità degli avversari, in particolare sulle corsie laterali: «Azzi ha un motore diverso dal nostro e ci ha messo in difficoltà. Ma dobbiamo anche guardarci dentro: abbiamo smesso di fare ciò che ci rende organizzati. Se ci mettiamo a fare braccio di ferro con squadre come il Monza, non c’è partita. Nel primo tempo siamo stati bravi, nel secondo no».
Sul piano tattico, l’ex centrocampista di Roma e Fiorentina ha indicato le mancanze da correggere: «I gol li abbiamo presi da squadra schierata, e questo non deve succedere. Bisogna alzare la tensione, la percezione del pericolo. In Serie B non puoi giocare a tre metri dall’avversario, perché poi abbassi il baricentro e subisci. Oggi abbiamo messo gente fresca, ma non siamo riusciti a incidere».
Aquilani è stato anche espulso nel finale per un battibecco con il quarto uomo: «L’agonismo mi ha tradito, ho sbagliato. È un errore che non devo fare».
Un passaggio toccante è stato dedicato ai tifosi calabresi presenti in massa al nord: «Giocavamo quasi in casa, c’erano migliaia di nostri tifosi. Mi dispiace per loro, perché un sostegno così è raro. Ma le partite non si vincono a chiacchiere: bisogna fare di più, con i fatti».
Infine, uno sguardo alla sosta e al prosieguo del campionato: «Non so se la pausa arrivi nel momento giusto: la squadra aveva trovato un equilibrio di gioco e solidità. Mi dispiace fermarmi ora, ma dobbiamo dare una svolta. Senza ansia, ma con la consapevolezza che serve qualcosa in più, da parte mia e di tutti. Solo così questa proposta di calcio potrà portarci i risultati che vogliamo».
Sulla forza del Monza, Aquilani è stato chiaro: «Se guardiamo la rosa, poche squadre sono migliori. È una delle candidate alla Serie A».
E sul proprio attacco, ha difeso Iemmello dalle critiche: «Ha fatto bene, anche l’assist per l’1-0. Forse in certi momenti facciamo le cose bene ma non con la giusta forza per incidere. Dobbiamo alzare i giri in tutto».