Serie B

Reggina: fra i numeri del nuovo proprietario Ilari e le motivazioni della bocciatura al Coni

Saladini dice addio, arriva (sub iudice) l'AU di Mela Production e MMR Cinema. I numeri delle sue aziende e l'analisi delle motivazioni del Coni

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di Matteo Occhiuto
21 luglio 2023
13:18
Da sinistra a destra: Ilari, Saladini, Gravina
Da sinistra a destra: Ilari, Saladini, Gravina

Addio Felice Saladini, la Reggina passa (sub iudice) a Manuele Ilari. La notizia che è arrivata nella serata di ieri è di quelle che spostano gli equilibri, almeno in maniera per il momento. Il nuovo proprietario è l'imprenditore romano, a condizione però che la squadra amaranto, in un modo o nell'altro, si prenda l'ammissione alla prossima Serie B.

Un passaggio di proprietà, lo diciamo chiaramente, fin troppo avvolto nel mistero, nella riservatezza ma soprattutto avvenuto in un contesto grottesco.


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Ilari si prende la Reggina con riserva, con una clausola che straccerà l'accordo in caso la battaglia legale orchestrata dal suo predecessore Saladini fallisse. Ma sono tanti i punti oscuri di una vicenda che non sta piacendo ai tifosi, impauriti dalla possibilità che l'imprenditore romano sia l'ennesimo bluff.

I dati di Manuele Ilari

Partiamo con alcuni dati di fatto. Dopo un primo veloce identikit, uscito su queste colonne nella serata di ieri, si è andati a scavare su chi è ma soprattutto sulle possibilità economiche di Manuele Ilari. È francamente inutile girarci intorno: se non hai i soldi nel calcio non ci puoi stare, al netto di quanto tu sia bravo o meno a fare cinema. De Laurentiis è bravo a fare cinema, ma ha anche i soldi. Ferrero, per citarne un altro, abbiamo visto che fine ha quasi fatto fare alla Sampdoria.

Partiamo dai dati: il signor Manuele Ilari ricopre oggi il ruolo di amministratore unico di quattro società: Mela Production, MMRCINEMA, Mel Immobiliare e Madison Village. Se di queste ultime due non si conoscono dati ufficiali, di Mela Produzione e MMR Cinema qualcosina in più c'è, seppur risalente al 2021. La tabella seguente mostra dei numeri interessanti e, va detto, francamente anche poco incoraggianti.

Nel 2021, infatti, Mela Production chiudeva il proprio bilancio non consolidato con un patrimonio netto di 2,6 milioni di euro, 14 dipendenti registrati e un utile di poco meno di 800mila euro. Numeri francamente bassi se si vuol mantenere una società di calcio di Serie B. Rimarchiamo, comunque, che tutto ciò si riferisce al 2021: magari negli ultimi 24 mesi gli introiti sono aumentati in maniera esponenziale.

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Ilari, come già spiegato ieri, viene poi da un anno in cui per tre volte era stato vicino all'ingresso del mondo del calcio. Prima ad Alessandria, poi a Catania. Sull'approdo nella città etnea, in cui avrebbe dovuto sostanzialmente rifondare il club, fallito e sprofondato in D, si era sbilanciato molto, mettendo addirittura in dubbio il patrimonio di Rosario Pelligra, miliardario italo-australiano già amato dalla piazza rossazzurra, tornata subito in C sotto la sua guida. Nell'affare Catania, peraltro, Ilari aveva dichiaratamente coinvolto Helbiz, azienda attiva nel campo dei monopattini elettrici e che per due anni ha trasmesso in Italia e all'estero il campionato di B. Quest'anno Helbiz, però, ha rescisso il contratto con la Lega, risultando inadempiente dal punto di vista economico. Ma questa è un'altra storia. Al suo fianco, poi, Pelligra aveva annunciato la presenza possibile a Catania di Antonio Tempestilli, già passato a Reggio Calabria sotto la gestione Luca Gallo.

Ilari, poi, aveva tentato anche l'avventura calcistica oltre Stretto. Da marzo a giugno, infatti, l'imprenditore ha tentato anche l'acquisto del Messina. Nonostante l'intenzione del patron peloritano Sciotto di passare di mano, però, i dialoghi e le offerte non hanno mai soddisfatto le richieste, con Ilari che è sempre stato la seconda opzione del calcio messinese, dietro Fabrizio Mannino.

Un mese e mezzo dopo, dunque, l'amministratore unico di Mela Production e MMRCINEMA è riuscito a inserirsi nel calcio, prendendo una Reggina ha quantomai bisogno di credibilità e, ammettiamolo, di una svolta legale senza precedenti per disputare la Serie B 2023/24. Le motivazioni della bocciatura al Coni arrivate ieri, infatti, non incoraggiano affatto.

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Perché il Coni ha bocciato la Reggina

Come sappiamo, il Collegio di Garanzia aveva dichiarato inammissibile e in parte infondato il ricorso della Reggina per due motivi. Il primo, infatti, risiede nella perentorietà dei termini ultimi del 20 giugno sui pagamenti. In pratica: Saladini ha commesso un errore madornale nel non pagare i 757mila euro di tasse dovuti per il concordato entro quella data. Questo, sul network, l'abbiamo sempre sottolineato: con meno arroganza e un po' di accortezza in più, forse questo disastro poteva essere evitato.

In realtà, però, il Coni ha anche assecondato Gravina sulla sua principale crociata e qui arriviamo alla dicitura legata all'infondatezza a cui il Collegio di Garanzia ha fatto riferimento. Per le istituzioni dello sport, infatti, il concordato della Reggina, approvato in primo grado di giudizio, è ancora sub iudice. Questo vuol dire che Coni e Figc, come più volte sottolineato, vedono come parziale l'omologa concessa il 12 giugno ed accolta da una conferenza stampa starnazzante dagli ormai ex vertici del club.

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I margini per vincere i vari ricorsi fin qui discussi, con queste premesse e un mondo dello sport che vuole avere leggi proprie che valichino quelle statali, erano pari a zero. Il Tar sarà la prima vera chance di vincere questa guerra con Coni e Figc, ma ci si dovrà presentare bene. Innanzitutto andranno saldati per tempo gli stipendi di giugno (entro il 30 luglio), poi si dovrà dimostrare che la Reggina è in mano a gente credibile.

Abbiamo snocciolato dei dati per dovere di cronaca, ma diamo a Manuele Ilari il beneficio del dubbio: speriamo possa smentire il pessimismo della piazza, che ha storto il naso in larga parte sul suo arrivo. Ma questa gente va compresa: di arrivisti e personaggi in cerca d'autore, Reggio si è ampiamente stufata.

Giornalista
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