VIDEO | Il direttore sportivo giallorosso intervenuto in conferenza stampa dalla sede della Filiale della Banca di Montepaone parla anche del rapporto con mister Aquilani: «Alberto ha un gioco specifico: o lo segui, o non ha senso. Tutto ciò che abbiamo fatto è stato condiviso»
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Il direttore sportivo del Catanzaro, Ciro Polito, rompe il silenzio post-mercato e mette il timbro su un’estate intensa tra giovani di prospettiva e innesti d’esperienza. Nella conferenza stampa tenuta a Catanzaro nella sede della Filiale della Banca di Montepaone, il ds ha tracciato il bilancio delle operazioni e l’orizzonte della stagione.
«La proprietà mi ha chiesto giovani, sostenibilità e – se possibile – plusvalenze, senza rinunciare a un buon campionato. Siamo andati dritti lì», scandisce Polito, che rivendica con orgoglio le convocazioni nelle Nazionali giovanili: «Per la prima volta abbiamo quattro ragazzi nelle selezioni: è un motivo d’orgoglio per club e città».
Sulla dimensione della rosa: «L’anno scorso eravamo in tanti e non ci sono stati problemi. Meglio uno in più che uno in meno: i giovani vanno accompagnati e aspettati. A gennaio, se qualcuno avrà giocato poco, puliremo la rosa».
Due tempi di mercato: prima i talenti, poi i nomi
Polito racconta la strategia: «I giovani importanti li prendi subito, altrimenti è dura. Per i profili più esperti devi attendere: fino a venti giorni prima sono incedibili, poi si aprono spiragli e devi farti trovare pronto». Un esempio pratico: «All’inizio il mister mi ha chiesto un esterno d’attacco forte nell’uno contro uno. Avevo tre prime scelte – Di Francesco, Caso e Pierini – e ho preso il primo che si è liberato: Di Francesco».
Il rammarico: Rui Modesto
Un solo rimpianto dichiarato: «Ho provato fino all’ultimo a portare un ragazzo dell’Udinese, Rui Modesto. Gli piaceva la situazione, ma per motivi personali ha preferito restare. Ci siamo stati dietro fino a poche ore dal gong».
Gli acquisti chiave: Oudin, Pandolfi, Buglio e Cassandro
Sul colpo di esperienza: «Oudin non ha bisogno di presentazioni. Ha accettato un progetto tecnico, con grande serietà: niente forzature contrattuali, prima il campo. Se fa quello che sa fare, ci farà divertire».
Su Pandolfi toni convinti: «È uno che attacca la profondità e sa inventarsi il gol. In B i bomber puri sono pochi: uno lo abbiamo – Iemmello – e Pandolfi è l’incastro giusto, un ragazzo splendido e nel pieno della maturità».
Capitolo Buglio: «Profilo con le caratteristiche che ci servivano, messo sul mercato all’ultimo dalla Juve Stabia: non ce lo siamo fatti scappare. Dovrà coprire il buco lasciato da Pompetti».
E su Cassandro: «Mi ha impressionato per come ha incarnato Catanzaro: affidabile, solido, senso di appartenenza. Con il suo arrivo possiamo modulare la linea difensiva a 4 o a 3 senza perdere equilibrio».
Liberali va “coccolato”
L’investitura sul talento più chiacchierato: «Liberali è un colpo vero, ma è un 2007: va accompagnato, non caricato di pressioni. Rischiamo di perderlo un mese per i Mondiali U20, come Rispoli. L’importante è valorizzarlo nel tempo».
Sull’assetto numerico: «Dietro siamo coperti sia a 4 sia a 3: Bashi, Antonini, Brighenti, Bettella e Cassandro danno alternative. Sugli esterni doppie opzioni a destra e sinistra, con giovani pronti a crescere».
Le trattative mancate: «De Luca? Mai davvero aperta»
Polito chiarisce un nome circolato a lungo: «De Luca non l’abbiamo mai trattato sul serio: è stato categorico, “mai in Serie B”. In certi casi i numeri contrattuali sono pesanti e non sempre coerenti con il campo».
Metodo e identità
Il filo diretto con Aquilani è stato continuo: «Alberto ha un gioco specifico: o lo segui, o non ha senso. Tutto ciò che abbiamo fatto è stato condiviso. A volte gli allenatori cambiano idea in corsa e noi ci siamo adattati».
E sulla piazza: «Catanzaro è diventata appetibile. Quando parlo con i giocatori dico: ascoltatemi, qui si vive bene, c’è uno stadio che accompagna con umiltà. L’asticella si alza, ma alla base deve restare l’umiltà: se la perdiamo, andiamo a mare. Siamo una rosa umile che non ha paura di nessuno e può giocarsela con chiunque».
Obiettivo: consolidarsi, sognando senza sbandierare
La chiusura è una dichiarazione d’intenti: «Prima di tutto questa città deve consolidare la categoria. In B ci sono colossi che spendono milioni; noi difenderemo le nostre idee con sostenibilità e coraggio. Sognare è lecito, ma passo dopo passo».