L'incontro pubblico promosso da Legambiente per chiarire gli aspetti tecnici e logistici del progetto del Parco Eolico Bruzio, ha registrato il forfait delle quattro amministrazioni comunali nei cui territori si prevede l'installazione degli aerogeneratori, dieci in tutto, della potenza di circa sette megawatt ciascuno, da collocare lungo un crinale della catena costiera affacciata sul medio Tirreno cosentino, nei territori di Cerisano, Marano Principato, San Lucido e San Fili. I sindaci sono contrari ed hanno sollevato una serie di rilievi, auspicando lo stop all’iter autorizzativo dell’infrastruttura, temendo l'inquinamento paesaggistico, conseguenze per l'avifauna e la contaminazione di alcune falde acquifere che scorrono nel cuore della montagna.

Rotte migratorie e alberi da abbattere

All’invito di Andrea Azzinnaro, rappresentante dell’associazione ambientalista per le serre cosentine, sono invece intervenuti gli ingegneri della Rwe Italia, l’azienda proponente la costruzione dell’impianto e che ha già disseminato numerose pale eoliche in tutto il Sud della penisola ed anche in diversi paesi in tutto il mondo, dall’Australia, all’India, alla Turchia, al Portogallo. Con l’ausilio di alcuni stralci del progetto, i rappresentanti della multinazionale hanno provato a dissipare ogni dubbio circa la sostenibilità del parco. Un anno e mezzo la durata degli studi condotti nella zona interessata per scegliere i luoghi più adatti in cui impiantare le pale, privilegiando aree non sottoposte a vincoli e quasi del tutto fuori dalla visuale dei centri abitati. E, secondo questi studi, non vi saranno ripercussioni sui flussi migratori degli uccelli: «Monteremo dei dissuasori sonori per evitare che gli animali alati possano imbattersi contro gli aerogeneratori – dice Luigi Clausi, uno degli emissari della Rwe – abbiamo calcolato che questo rischio potrà riguardare solo lo 0,5 percento dei volatili».
Per quanto riguarda la flora «è previsto l'abbattimento di soli 25 alberi – sottolinea ancora Clausi – alcuni in corrispondenza delle fondazioni delle pale eoliche, alcuni per allargare le vie di accesso. Per la precisione si tratta di 11 pini neri, 5 querce, 5 faggi e 4 biancospini. Saranno compensati con la messa a dimora di circa 200 nuove piante. Per il trasporto degli impianti sarà sufficiente l’impiego di sette mezzi. Abbiamo studiato il percorso e non ci dovrebbero essere problemi. Solo n alcuni punti sarà necessario allargare la sede stradale ma senza l’impiego di cemento o di bitume».

La compensazione per i comuni

I comuni, se il progetto dovesse essere realizzato, dopo l’entrata in esercizio dell’impianto riceveranno una royalty del tre percento sugli introiti della produzione di energia. Complessivamente si stima possano entrare nelle casse delle quattro amministrazioni circa 600 mila euro complessivi all’anno. E inoltre a titolo di compensazione, la Rwe provvederà alla gratuita installazione di un impianto fotovoltaico della potenza compresa tra 100 e 130 kw e di un impianto di accumulo di energia della capacità compresa tra 30 e 50 kw in ognuno dei comuni interessati.

Tiene banco la discussione sul progetto per la costruzione di un parco eolico collocato in quattro comuni delle serre cosentine e del medio Tirreno. La multinazionale titolare del progetto ha trovato la sponda di Legambiente