«Chi sarà il mio avversario? Non lo sa nemmeno il centrosinistra». Ma ancora per poco, verrebbe da aggiungere. Sì, perché a quella risposta fornita al Corriere della Sera da Roberto Occhiuto si dovrebbe associare un nome entro Ferragosto. Sembra essere questa la deadline, la data di scadenza che la coalizione di centrosinistra si sarebbe imposta, soprattutto alla luce della chiamata dei calabresi alle urne, ovvero ottobre prossimo.
Le dimissioni del governatore non solo hanno sparigliato le carte della politica calabrese in modo esattamente bipartisan, ma consentiranno ad Occhiuto di dettare le regole. Un po’ come quel bimbo proprietario del pallone che decide la composizione delle squadre. Bisognerà solo capire a chi toccherà il goffo portiere.*
Sarà quindi Occhiuto a scegliere la data delle elezioni con un decreto di indizione dei comizi elettorali, che rientra nell’ordinaria amministrazione, a cui il governatore sarà comunque chiamato dopo ratifica – vera e propria – delle sue dimissioni.

Non c’è che dire, una mossa politica astuta per mandare in confusione amici e nemici. Ma che catapulterà la Calabria nel più completo immobilismo per diversi mesi, proprio a cavallo di scadenze fondamentali per il futuro di questa terra, come quelle legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza, come la conclusione degli ospedali per cui è stato nominato dal governo commissario delegato per l’attuazione in emergenza degli interventi di edilizia sanitaria, come le decine di ospedali e case di comunità da realizzare, come l’elettrificazione della linea ferroviaria ionica, a valere proprio sul Pnrr; come l’avvio delle nuove tratte di statale 106.

Certamente non un buon momento per la mossa del cavallo, che comunque i suoi avversari proveranno a bypassare con una candidatura a presidente credibile, giovane, autorevole.

Qualità su cui puntano il Partito democratico, il Movimento Cinque Stelle ed Alleanza Verdi Sinistra, le tre forze politiche da cui scaturirà l’anti-Occhiuto. Le segreterie regionali sono chiamate in queste ore ad individuare una rosa di nomi da proporre ai segretari nazionali. Potrebbe essere quindi Roma, il campo neutro su cui giocare la partita del nome, comunque indicato dalla Calabria.
Ed allora ecco che entreranno in gioco dinamiche, schemi, strategie, perché è ovvio che ognuno dei partecipanti al tavolo calabro-romano, vorrà presentare – forse di potrebbe anche azzardare il verbo “imporre” – la propria candidatura.

Qui Partito democratico

Da qualche giorno circolano voci – siamo ovviamente nel campo delle indiscrezioni politiche, come per i nomi degli altri schieramenti che seguiranno – secondo cui i dem vorrebbero proporre a Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, due nomi. Il primo è quello – si mormora dopo alcune intense riunioni vis-à-vis e call a distanza avvenute ieri pomeriggio – di Giuseppe Falcomatà. Il sindaco di Reggio Calabria da tempo starebbe lavorando a questa opportunità, anche come via d’uscita dalla sua consiliatura. È giovane, rampante, ha amministrato una città difficilissima e potrebbe incarnare l’identikit ideale. Come – tra l’altro – Ernesto Alecci, consigliere regionale, ma con un passato – di successo – da sindaco di Soverato. Tra le fila del Pd, quindi, potrebbero essere proprio Falcomatà e Alecci le proposte che il segretario del partito, Nicola Irto, presenterà nei prossimi giorni a Roma.
Tutto questo se toccherà a loro. Se però non sarà così, gli alleati potrebbero dover considerare il “fattore dem”: il tafazzismo. Allergici a mollare anche pochi millimetri di terreno, nonostante in Calabria non siano la prima forza della coalizione per le mille dinamiche che da sempre lo dilaniano dall’interno, preferirebbero perdere le elezioni piuttosto che sostenere un “antipatico”.

Qui Movimento Cinque Stelle

Tra i pentastellati, la scelta potrebbe sembrare più ostica, anche perché secondo alcuni calcoli romani effettuati dei mesi e delle settimane scorse, proprio al Movimento cinque stelle dovrebbe spettare l’imprimatur, ovvero la scelta del nome, dopo le esperienze dettate dai dem nel 2020 (quando è stato indicato Callipo) e 2021 (con la scelta ricaduta su Bruni).
L’indiziato numero uno che Conte potrebbe portare al tavolo delle trattative  è Pasquale Tridico, nonostante i suoi ripetuti “no”. Nelle ultimissime ore il prof. si starebbe convincendo ad offrire la sua disponibilità di massima, invitato dai vertici del partito a ripensarci.
Il presidente del Movimento Cinque Stelle è probabile che proponga una terna di nomi agli alleati oltre a Tridico. Nella lista di Conte c’è Vittoria Baldino, per la quale l’ex presidente di Inps, starebbe fungendo da main sponsor. Baldino oggi è il volto dei Cinquestelle a livello nazionale, ha maturato grande esperienza alla Camera, e dalla sua ha anche la gioventù e la forte determinazione, tant’è che basterebbe visionare uno qualunque dei suoi video, magari quando difende la sua regione, quando denuncia i casi di malasanità, quando punta Meloni o Salvini in Aula, per percepirne il “carattere”.

Nel gioco delle parti, però, potrebbe rientrare anche un’altra deputata calabrese, la coordinatrice del partito Anna Laura Orrico, altra personalità di spicco del movimento, già sottosegretaria di Stato al Ministero per i beni e le attività culturali.

Qui Alleanza Verdi Sinistra

Avs, al tavolo, potrebbe fungere da “terzo incomodo”, ma nell’accezione positiva del termine. Perché ha un asso nella manica. Secondo dinamiche nazionali, nell’ambito dei ragionamenti sulle bandierine da piazzare nel Risiko delle regioni, come quella gialla che il M5S vorrebbe piazzare in Campania con Fico – ad esempio – Bonelli e Fratoianni potrebbero anche chiedere agli alleati di poterne piazzare una rossoverde in una sola regione, su tutto lo scacchiere nazionale. È quella regione potrebbe essere la Calabria. Indovinate con chi? Flavio Stasi.
Da tempo il sindaco di Corigliano Rossano sta colloquiando con Bonelli e Fratoianni, e coi portavoce regionali Giuseppe Campana e Ferdinando Pignataro. L’obiettivo potrebbe essere quello di schierare colui che Occhiuto lo ha già battuto – ampiamente – nell’unica tornata amministrativa in cui il governatore ha deciso di metterci la faccia, cioè nella città ionica.

Stasi potrebbe – dalla sua – intercettare anche la simpatia di tanti sindaci calabresi e forse anche quella dei social-riformisti che ufficialmente non siedono al tavolo del centrosinistra, ma che presto potrebbero trovar posto, giacché in Calabria rappresentano una fetta importante di elettorato.
Avs – è bene ricordare che siamo sempre nel campo delle indiscrezioni – potrebbe mettere sul tavolo anche il nome di Antonio Lo Schiavo, consigliere regionale da poco entrato in Avs, ma per mesi in predicato di aderire al M5S.

Le somme

Questi, al momento, sembrano essere i nomi di coloro che si giocheranno la partita con la maglietta del centronisitra indosso e contro Occhiuto. A sensazione – e sono solo percezioni, ad ascoltare gli addetti ai lavori – la rosa di nomi passata al setaccio potrebbe ridursi a quattro sole proposte, vale a dire Pasquale TridicoVittoria Baldino, Flavio Stasi e Guseppe Falcomatà. Pour parler, voci di corridoio, indiscrezioni comunque fondate? L’identikit – inutile nasconderlo – si concentrerà probabilmente anche su chi – tra loro – emana più appeal, charme, fascino, chiamatelo come volete.