Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha riattivato tre vecchi procedimenti di ricerca petrolifera nel mare e lungo la costa ionica calabrese, dopo l’annullamento del PiTESAI, il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee. Secondo quanto pubblicato sul Bollettino ufficiale idrocarburi e georisorse, le istanze riguardano il Golfo di Taranto e la fascia costiera della Sibaritide, da Cassano all’Ionio fino a Cariati.

Tra i progetti, uno prevede la realizzazione di quattro pozzi, di cui uno alla foce del Crati per intercettare un piccolo giacimento di gas a circa quattro miglia dalla costa. Con la caduta del PiTESAI, tornano efficaci le vecchie richieste di esplorazione sospese negli anni per motivi ambientali. L’area, simbolo della mobilitazione popolare contro le trivellazioni, si ritrova così nuovamente esposta a un possibile ritorno delle piattaforme. Dal Ministero precisano che ogni progetto dovrà comunque superare la Valutazione d’Impatto Ambientale. Ma nei comuni costieri cresce l’allarme: le trivelle – avvertono movimenti e amministratori – metterebbero a rischio turismo, pesca e il delicato equilibrio dell’ecosistema marino.