La decisione

Corigliano Rossano, il palazzetto dello sport di Insiti torna al Comune: lo sgombero «è legittimo»

Quell’area è al centro di un procedimento per usucapione mosso da un privato. Il Consiglio di Stato dà ragione agli amministratori. Durissimo Stasi: «Qualcuno si stava vendendo la partita»

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di Luca Latella
31 marzo 2024
18:45

Una partita recuperata e vinta dopo lo 0-3 iniziale. Così il sindaco di Corigliano Rossano definisce la querelle giudiziaria sorta attorno al palazzetto dello sport di contrada Insiti - terra di mezzo tra Rossano e Corigliano - al centro di un contenzioso per usucapione mosso da un privato nel 2012. 

Dopo aver iniziato a scalare una montagna tutta in salita dal punto di vista giudiziario, l’amministrazione Stasi è riuscita a convincere i giudici che quel fazzoletto di terra a valle del costruendo ospedale della Sibaritide e ben visibile lungo la statale 106, rientra tra i beni cosiddetti indisponibili grazie alla legge di istituzione del comune di Corigliano Rossano che individua in quell’area il centro direzionale della città nuova.


Tutta la storia sembra essere contornata da eventi torbidi, tanto da essere circoscritta sempre da Stasi come una «partita che qualcuno si stava vendendo».

I fatti

Forte della sentenza di primo grado a favore del comune, gli amministratori avevano avanzato un’ordinanza di sgombero poi impugnata dal dinnanzi al Tar che l’aveva sospesa. Ieri il Consiglio di Stato ha sovvertito quanto stabilito dal tribunale amministrativo regionale e sentenziato che quella ordinanza di sgombero è invece legittima

La vicenda giudiziaria prende le mosse, in una prima fase, in sede civile e termina con la sentenza del Tribunale di Castrovillari n.288 dell’8 novembre 2022 che rigetta la domanda di usucapione proposta dal privato. In forza di questa decisione, impugnata in Corte d’Appello, l’Amministrazione comunale avvia ulteriori azioni per rientrare nel pieno possesso del bene a beneficio della comunità. Per ottenere questo risultato di pubblica utilità nel più breve tempo possibile, infatti, il Comune emana, per il tramite del dirigente del settore Patrimonio, una ordinanza di sgombero immediato dell’area con l’obiettivo di anticipare i tempi rispetto ad un possibile ulteriore giudizio.

Quella delibera viene poi impugnata dall’occupante dinanzi al giudice amministrativo e a settembre 2023 il Tar Calabria stabilisce l’illegittimità dell’ordinanza di sgombero.

Il Comune di Corigliano Rossano propone appello davanti al Consiglio di Stato che con la sentenza di ieri stabilisce che le ragioni a fondamento dell'ordinanza di sgombero erano fondate. «Una volta verificato che l’area continua ad essere abusivamente adibita ad uso privato - è parte della pronuncia di legge - legittimamente e doverosamente il comune ha attivato il proprio potere di autotutela esecutiva di cui all’art. 823 del codice civile, esercitabile anche a tutela dei beni del patrimonio indisponibile».

«La definizione di questa controversia - spiegano invece dal palazzo di città - fortemente perseguita dall’amministrazione comunale fin dal suo insediamento, rappresenta un successo per l’intera collettività che ritorna in possesso di un bene per troppi anni abusivamente occupato».

In effetti, nel 2019 il sindaco Stasi si era ritrovato sul groppone il problema ereditato dall’ex comune di Corigliano con la partita che in quel momento - per utilizzare la metafora del sindaco - era 3-0 a favore del privato. Tutta una serie di iniziative hanno sovvertito il risultato ed ora si attende il secondo livello di giudizio amministrativo - che non sembra preoccupare gli amministratori - dopo la “vittoria” ottenuta già in primo grado.

Stasi: «Qualcuno si stava vendendo la partita»

Durissimo il commento sulla vicenda del primo cittadino, soprattutto quando fa intendere che i risvolti della vicenda sembrano essere non propriamente limpidi

«Quando ci siamo insediati eravamo 0-3. Il Comune aveva perso in ogni causa, comprese le ordinanze dei sindaci che sono state puntualmente annullate. Non c'era una sola sentenza a favore dei Comuni. L'ho detto e lo ribadisco: qualcuno - sottolinea Flavio Stasi - si stava vendendo la partita. Abbiamo iniziato a lavorare sodo, con i professionisti in forze all'ente ed i professionisti incaricati, ed abbiamo iniziato a presentarci personalmente a tutte le udienze. Abbiamo persino sottolineato nelle sedi opportune delle testimonianze molto discutibili nei contenuti. Con la prima sentenza positiva di due anni fa, sul presunto usucapione, ci siamo portati sul 3-3». 

«Dopo atti, delibere, documenti - prosegue Flavio Stasi - ho emesso finalmente una ordinanza di sgombero seria sapendo che sarebbe stata impugnata. Con la sentenza del Consiglio di Stato, come in Italia - Germania del 1970, ci siamo portati sul 4-3 e la partita é finita. Il Palazzetto dello Sport di Insiti torna definitivamente nelle mani del Comune, quindi della città. In cinque anni siamo riusciti a recuperare, atto su atto, processo su processo, sentenza su sentenza, un imbarazzante disastro amministrativo, giudiziario e morale costruito negli anni precedenti da una classe dirigente che, guarda caso, oggi si schiera tutta contro di noi. Noi giochiamo sempre per vincere, fino all'ultima goccia di sudore - chiosa il ricandidato primo cittadino - e la nostra squadra si chiama Corigliano-Rossano. Non é la prima vittoria e non sarà l'ultima».

In quello storico palazzetto si ricordano decenni di attività sportive per i giovani di Corigliano e Rossano in discipline come pallavolo, pallacanestro, nuoto nell’unica piscina olimpionica del territorio, calcio a cinque, palla a mano, ginnastica ed arti marziali. 

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