Nuova fase

Palazzo di giustizia a Reggio Calabria, il viceministro Sisto: «74 milioni per completarlo»

VIDEO | L’esponente del governo Meloni in riva allo Stretto per la presentazione dei lavori per il completamento dell’opera: «Non è un impegno cartaceo, ma lo spirito che ci vede capaci di portare avanti questa opera»

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di Gabriella Lax
6 novembre 2023
10:56

«Una giustizia migliore passa attraverso un ambiente giudiziario migliore. Il rapporto fatto norma si esercita in dei luoghi. Il mezzogiorno deve partire dagli stessi blocchi di partenza». Così il vice ministro Francesco Paolo Sisto in corte d'appello a Reggio Calabria per la presentazione del completamento dei lavori del nuovo palazzo di giustizia.

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«Oggi è una giornata importante - aggiunge -  perché guadagniamo il tempo perduto. Non è un impegno siamo di fronte alla realtà, una scelta definitiva e intrattabile. Non è un impegno cartaceo, ma lo spirito che ci vede capaci di portare avanti questa opera». Per il direttore generale del ministero di giustizia Orlando: «Una giornata importante per tutta la città. Abbiamo avuto dall'inizio l'idea di portare a termine l'opera».


Sisto ha poi chiarito: «Per il palazzo di Reggio ci sono 74 milioni di euro. Si tratta di un work in progress. È evidente che bisogna essere attenti a seguire e a monitorare l'opera con particolare attenzione, cosa che stiamo facendo già nel resto d'Italia».  «Basti pensare al parco della giustizia di Bari – aggiunge - dove dalla giustizia sotto le tende passeremo ad un palazzo di giustizia tra i più tecnologici. Cosa che succederà anche a Reggio dove le tecnologie saranno importanti così come il rispetto dell'ambiente, dei cittadini, del personale che lavora perchè, come si usa dire in ambito di sicurezza sul lavoro, non è solo la qualità di lavoro ma è il luogo di lavoro che fa la differenza».

La sala verde della Corte d'appello, per l'occasione ha accolto il sottosegretario Wanda Ferro, il deputato azzurro Francesco Cannizzaro, la vice presidente della Regione, Giusy Princi e tante autorità militari.

I sopralluoghi

Il viceministro Sisto a Reggio

Come chiarisce Giovan Battista Pasquariello dell' Unità tecnica amministrativa consiglio dei ministri: «Quello che non è stato fatto è quello che abbiamo scoperto nel corso dell'attività che abbiamo fatto nell'arco di 7 mesi e che mostrano un stato di degrado e di vandalizzazione che è stato veramente aberrante. Nella qualità di progettisti ,la prima operazione che abbiamo tutto fare è stato capire tutto il livello di degrado che ha interessato soprattutto gli impianti sottoposti a vandalizzazone drammatica: per impianti il cui costo dei quadri era di 200- 300 mila euro per recuperare piccoli filamenti di rame li hanno completamente distrutti. Termineremo l'opera entro un paio d'anni, massimo due anni e mezzo».

Un'opera attesa

Per il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà: «Un diritto negato per tanto tempo all'intera comunità regina che io come sindaco, noi come istituzioni avevamo il dovere di affrontare e risolvere. Un viaggio iniziato tantissimi anni fa, che ha visto una sua ripresa nel 2021, con l'incontro che abbiamo avuto con il presidente Gerardis e al direttore Orlando. Oggi siamo pienamente consapevoli che questa probabilmente è l'opera più significativa che da qui ai prossimi anni sarà realizzata nell'intero comprensorio metropolitano».

Olga Tarsia, presidente della Corte d'appello di Reggio Calabria ha fatto l'elenco delle disavventure che hanno poi portato all'accordo risolutivo con l'Uta. «L'interessamento del ministero della Giustizia – specifica - ha dato una spinta enorme ai lavori e possiamo sperare nell'ultimazione nel giro di tre anni. Anche la dignità di un immobile induce a un senso di maggiore rispetto».

Il procuratore generale Gerardo Dominijanni ringrazia i rappresentanti politici, in primis, Francesco Cannizzaro, «per un risultato che arriva con l'impegno di Nordio e Wanda Ferro, poi aggiunge «Il problema principale era, come specificato da Arena che il tribunale rappresentava “un simbolo del fallimento dello stato in una terra di mafia” e questo non può essere»

Luciano Gerardis, presidente onorario della corte d'appello fa la cronistoria del palazzo «Dopo la posa della prima pietra nel 2005, ho vissuto l'attesa e la speranza dell'iter da parte degli uffici giustizia. Nel 2011 eravamo convinti che il palazzo fosse agli sgoccioli. Tutti gli uffici fecero l'inventario degli oggetti da trasportare, e poi il sogno si fermò lì. Oggi finalmente è un momento in cui si dà concretezza agli sforzi di tutti».

Giornalista
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