Migranti

Reggio Calabria si ritrova in piazza per non dimenticare il dramma delle morti nel Mediterraneo

Flash mob promosso dal coordinamento diocesano sbarchi, nato in seno alla Caritas. «Noi continueremo ad accogliere. Occorre essere sempre di più e sempre meno indifferenti»

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di Anna Foti
21 marzo 2024
22:27
La manifestazione in piazza Italia
La manifestazione in piazza Italia

Un telo blu come il mare ma anche una pagina che racconta le storie di accoglienza e il dramma dei naufragi al largo di Lampedusa e a Cutro. Egitto, Siria, Eritrea e tante altri paesi lasciati alle spalle prima di affrontare il mare e troppo spesso non sopravvivere. Poi un mappamondo vestito da bomba sul punto di esplodere oppure pronto a dispensare colori, culture e storie. Ecco come si è presentata piazza Italia a Reggio Calabria in occasione del momento di riflessione e preghiera promosso dal coordinamento diocesano sbarchi, nato in seno alla Caritas. Un flash mob per non dimenticare il dramma quotidiano delle morti nel mar Mediterraneo.

Simboli forti, animati e arricchiti dagli stessi volontari del coordinamento diocesano sbarchi che, nel fluire delle note, delle preghiere e delle parole hanno circondato quel telo blu con le bandiere della pace come ad abbracciare tutti i popoli in fuga e anche quelli in guerra. Il sottofondo è stata la toccante canzone Zombie del gruppo irlandese dei Cranberries, un manifesto contro le atrocità e le violenza della guerra, interpretata questa sera da una emozionante Iside Gurnari accompagnata da Dario Siclari al flauto, Maris Cristina Caridi all’arpa e Rosetta Zumbo alla chitarra. Un momento di altissima intensità emotiva.


«Abbiamo sentito forte l’urgenza di dare un segnale alla comunità. Abbiamo fatto parlare i simboli che in modo immediato hanno dato piccole testimonianze di solidarietà e fratellanza. Piccoli gesti per parlare di pace. La tragedia del Mediterraneo è quotidiana ma ci allarma il fatto che ciò accada nell’indifferenza generale. Noi continueremo ad accogliere nella consapevolezza che la comunità che sceglie di non restare indifferente e che si determina nel fare ciò che può, deve crescere. Occorre essere sempre di più e sempre meno indifferenti». Cosi Bruna Mangiola del coordinamento diocesano sbarchi di Reggio Calabria. Continua a leggere su Il Reggino

Giornalista
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