Ogni anno milioni di persone in pellegrinaggio fino ai Pirenei francesi cerca di pace, guarigione o forza interiore. Qui la fede in una “Signora luminosa” si fonde con la solidarietà. L’esempio della Cité Saint-Pierre, dove l'accoglienza e l'aiuto ai più fragili trasformano il cammino spirituale in un'esperienza profondamente umana e di condivisione
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Lourdes è un piccolo comune ai piedi dei Pirenei francesi con circa 15.000 abitanti, cuore pulsante della fede cattolica, capitale di pellegrinaggi con milioni di ammalati, sofferenti o chiunque cerchi un barlume di speranza pregando la “mamma” alla Grotta di Massabielle. Una storia iniziata l’11 febbraio 1858 quando la Vergine Maria, apparendo a Bernadette Soubirous per altre 18 volte, trasformò questo tranquillo borgo in un faro di luce spirituale.
Un seguito di fedeli che nel corso degli anni aumenta sempre più, i dati statistici riportano che ogni anno quattro milioni di pellegrini, circa, giungono da tutto il mondo affrontando quel "viaggio della speranza" che continua a illuminare le vite di chi vi si reca.
Una “Signora luminosa” scelse una giovane contadina di malapena 14 anni che raccoglieva legna sulle sponde del fiume Gave de Pau. In una delle successive apparizioni, la Signora chiese a Bernadette di scavare nel terreno, da cui sgorgò una sorgente di acqua.
Da quel momento, quest'acqua è stata considerata miracolosa e, nel 1862, dopo una serie di “interrogatori” e dubbi, la Chiesa cattolica riconobbe ufficialmente le apparizioni come autentiche. In modo comune e generico si definisce Santuario ma, in verità, anche questo non è conforme al reale. Non semplicemente Santuario ma Santuari e cioè la Basilica dell'Immacolata Concezione, la Basilica di Nostra Signora del Rosario, posta sotto alla precedente, e la Basilica di San Pio X, detta anche basilica sotterranea, la Basilica Santa Bernadette, al di là del Gave, e la Cripta.
Ma Lourdes è custode di un dono, speciale, unico per lo spirito di carità e solidarietà. Lourdes è la profonda connessione con la guarigione, sia fisica che spirituale. La Chiesa riconosce ufficialmente 72 guarigioni miracolose, l’ultima avvenuta lo scorso aprile. La guarigione spesso è assoggettata a un problema fisico ma tante altre sono celate, sono tenute nel proprio intimo poiché il vero miracolo di Lourdes si manifesta spesso in forme più sottili. Molti pellegrini raccontano di aver trovato una pace interiore, una forza nuova per affrontare le proprie malattie e un senso di speranza che prima non avevano.
A Lourdes sono attivi 484 Hotel e Alberghi (basti pensare che a Parigi sono oltre 1500) che hanno comunque dei costi. Ma non tutti possono sostenerli, le difficoltà economiche bloccano il desiderio di inginocchiarsi davanti la Grotta.
Ecco allora un luogo che incarna in modo unico lo spirito di accoglienza e solidarietà, la Cité Saint-Pierre. Nata nel 1955 dall'iniziativa di Monsignor Jean Rodhain, fondatore del Secours Catholique, la Cité non è una semplice struttura ricettiva ma un rifugio per i più poveri e i malati, un luogo dove la carità si fa concreta e quotidiana. La Cité Saint-Pierre sorge su un'altura che domina Lourdes, circondata da boschi e sentieri. Questo "villaggio di accoglienza" offre un'alternativa a pellegrini che altrimenti non potrebbero permettersi di visitare la Grotta. Con i suoi alloggi essenziali, le sale comuni e i refettori, è progettata per ospitare persone con disabilità, malati cronici e le loro famiglie, ma anche gruppi di pellegrini meno abbienti. Il suo scopo principale non è il lusso, ma il servizio. Tutto è organizzato per permettere a chiunque di vivere l'esperienza spirituale di Lourdes, superando le barriere economiche e fisiche. Si respira un'aria di comunità e condivisione dove i pellegrini, i volontari e i responsabili convivono, creando un ambiente di mutuo sostegno. Non è raro vedere persone di diverse nazionalità e condizioni sociali aiutarsi a vicenda, condividendo pasti e preghiere. Chi scrive è stato “bénévole” per più anni, testimone di un semplice ma significativo episodio.
Dunque, al tavolo del refettorio dei pellegrini ospiti, disposti a forma circolare, l’una accanto all’altra condividevano il pranzo una anziana di Racale e una signora russa. Lascio immaginare la diversità linguistica che avrebbe dovuto essere un ostacolo nella relazione. Eppure, tra gesti, sorrisi e sguardi, nacque un’amicizia che li fece diventare esempio di umiltà e condivisione con le due che trascorsero gran parte del tempo insieme divenendo quasi inseparabili.
I volontari, “bénévoles”, molti dei quali sono membri del Secours Catholique, si occupano della gestione quotidiana, dell'accoglienza, dell'assistenza ai malati e dell'organizzazione delle attività. Una disponibilità gratuita che diventa linfa vitale per la Cité Saint Pierre elevandola ad esempio tangibile del Vangelo vissuto. E dove tutti possono candidarsi per divenire volontari, per breve tempo, inoltrando una semplice richiesta attraverso i canali ufficiali reperibili in rete.
Lourdes, oltre ai miracoli e alle celebrazioni, vive di esempi dimostrando che la fede può anche esprimersi soprattutto nell’attenzione verso l’ultimo e nel prendersi cura dei fragili convivendo la speranza.
L’invito di visitare la Cité Saint-Pierre, magari anche solo per un’ora, lascia toccare con mano un modello di Chiesa inclusiva e solidale dove la persona, indipendentemente dalla sua situazione, è accolta con dignità e amore aiutando a comprendere il messaggio che il vero viaggio a Lourdes non è solo verso la grotta, ma verso il prossimo, in un percorso di carità che trasforma il pellegrinaggio in un'esperienza profondamente umana, spirituale e arricchente.
Il pellegrinaggio a Lourdes è un'esperienza intensa e toccante. Certo, si partecipa a processioni, si prega nella Basilica del Rosario e si cammina lungo le vie della Via Crucis, si realizza anche il sogno di “purificarsi” nelle acque delle piscine, ma il centro dell’amore rimane la grotta dove tutto ha avuto inizio con i pellegrini che si raccolgono in silenzio, toccano la roccia levigata da milioni di mani e lasciano le loro preghiere, le loro speranze e i loro fardelli ai piedi della statua della Vergine Maria.
Oggi, Lourdes continua a essere un crocevia di fede e umanità, un promemoria potente verso la speranza che può nascere anche nei momenti più bui. È un luogo in cui le lacrime si mescolano alle preghiere, il dolore si unisce alla fede e la fragilità umana si incontra con la Forza Divina. Si può credere o meno nei miracoli ma il dato ultimo è che Lourdes rimane un simbolo universale di speranza “accogliendo un invito”, spesso inaspettato, per cercare la luce anche quando tutto sembra perduto.