Leggere ciò che l’occhio umano non vede. Fornire la diagnosi di un tumore in maniera precocissima. È la promessa della radiomica, la disciplina che usa l’intelligenza artificiale per entrare dentro le immagini mediche e scoprire dettagli invisibili persino ai radiologi più esperti. Una rivoluzione già iniziata e che ora all’Università della Calabria trova un suo centro di formazione dedicato.

A gennaio prossimo prenderà infatti il via il master in Radiomica, unico in Italia assieme a quello dell’Università di Padova. Direttore sarà Giancarlo Fortino, docente Unical di Ingegneria informatica proprio pochi giorni fa confermato per il sesto anno consecutivo nella classifica dei ricercatori più citati al mondo – la Highly Cited Researchers di Clarivate – come unico italiano nell’ambito della Computer Science.

Una doppia notizia che è stata al centro di una delle ultime puntate di Dentro la Notizia, il programma di approfondimento di LaC Tv condotto da Pier Paolo Cambareri (RIVEDI QUI LA PUNTATA).

«Il master vuole creare i primi esperti in Italia di radiomica – spiega Fortino –. È un percorso interdisciplinare, perché servono figure ibride: medici, informatici, ingegneri, biologi. Li formeremo a usare algoritmi capaci di interpretare immagini mediche e anticipare diagnosi, supportando interventi rapidi e mirati».

Il progetto nasce dal progetto RadioAmica, già operativo in diversi ospedali calabresi – Annunziata di Cosenza, Dulbecco di Catanzaro, Gom di Reggio Calabria – e in centri nazionali come il Regina Elena di Roma e il Monzino di Milano. «Oggi le immagini diagnostiche – Tac, radiografie, risonanze – vengono interpretate dai medici. Con la radiomica le diamo in pasto ad algoritmi informatici che permettono di andare oltre l’occhio umano. Non sostituiamo il medico, ma gli diamo un supporto fondamentale per diagnosi precoci», precisa il docente.

Il master, aggiunge, non servirà solo agli ospedali calabresi: «Collaboriamo già con Roma e Milano, e alcuni studenti dei nostri master opereranno nei loro centri di provenienza, portando le metodiche radiomiche nei loro contesti clinici».

La radiomica è già realtà, ma il pieno sviluppo e la diffusione, dice Fortino, richiederanno ancora dai cinque ai dieci anni. «L’obiettivo del nostro progetto RadioAmica – sottolinea – è creare una rete, non definire delle tecniche ma metterle a fattor comune».

Sei anni nella Highly Cited Researchers

Intanto, mentre si prepara l’avvio del master, il professore è stato confermato per la sesta volta di fila nella classifica internazionale Highly Cited Researchers, che raccoglie gli scienziati di tutto il mondo i cui lavori hanno avuto il maggiore impatto nelle rispettive discipline. E lui è l’unico italiano presente nella categoria Computer science.

«Sono molto onorato di esserci – commenta –. Entrare è difficile, restarci lo è ancora di più. Quest’anno, ad esempio, alcuni miei colleghi internazionali non sono rientrati».

La classifica si basa non sull’intera carriera, ma solo sui lavori degli ultimi dieci anni e considera il numero di articoli altamente citati da altri colleghi a livello globale. Per questo, fondamentale è fare rete. Il gruppo di lavoro, sottolinea Fortino, è il vero valore aggiunto: «Siamo una quarantina di ricercatori con collaborazioni internazionali, è questo che alimenta la nostra produzione scientifica e ne permette la disseminazione. Senza, sarebbe molto più difficile raggiungere risultati così importanti».